La notte di Ibrahimovic: titolare, capitano e record a Udine

Zlatan Ibrahimovic Milan
Getty Images
Lo svedese scende in campo da titolare in Udinese-Milan con la fascia da capitano e supera il record fissato da Costacurta quasi 16 anni fa.

Quando Zlatan Ibrahimovic riequilibra, al 92', una difficile match contro l'Udinese alla "Dacia Arena", articolandosi in una sorta i rovesciata che, comunque, risulta letale per Consigli, il Milan di Stefano Pioli è ancora abbastanza lontano dalla festa di Reggio Emilia. Anzi: forse proprio in quella serata di Udine, con l'1-1 conquistato "a fatica" a metà dicembre, nel 2021, qualcuno deve aver pensato che sì, era stato bello. Sì, l'inizio era stato positivo: ma che il primo posto perso ai danni dell'Inter, poi vittorioso contro il Cagliari, sarebbe rimasto un obiettivo, da un lato, ma soprattutto un tremendo sogno solamente "sfiorato", dall'altro. Sappiamo tutti com'è andata.

Le immagini consegnate pochi mesi dopo dagli spogliatoi e dal campo del "Mapei Stadium", o "Stadio Città del Tricolore" che dir si voglia, restituiscono, al contrario, l'idea dell'importanza di quella rovesciata lì, a cui seguirà una rete al "Penzo" contro il Venezia, l'assist fondamentale contro la Lazio e i sorrisi prestati alle telecamere, nel lungo percorso che ha portato alla sua rinascita. L'ennesima: a più di 41 anni. Zlatan Ibrahimovic è tornato.

"No, tranquilli raga: non smetto".

Ma avrebbe potuto, simbolicamente, chiudendo il cerchio: i problemi al ginocchio che hanno caratterizzato il suo finale di stagione, costringendolo a scendere in campo "senza legamento crociato" e a vivere notti insonni, senza riuscire a prendere sonno dal dolore, a quell'età di solito possono velocizzare il ritiro di un giocatore. E non ci sarebbe neanche tutta questa vergogna ad ammetterlo: ma Zlatan è Zlatan, lo sappiamo.

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Quasi come una consapevolezza appresa nel corso della vita, inconsciamente, non riusciamo a scrollarci di dosso la visione che abbiamo di Ibra, maturata nel tempo e negli anni e caratterizzata da quella patina "leggendaria" propria delle carriere dei più grandi.

Operarsi, seguire un percorso riabilitativo e ritornare in campo a 41 anni è un conto: non è l'unico a esserci riuscito. Operarsi, seguire un percorso riabilitativo e ritornare in campo a 41 anni da titolare in una gara di campionato è un altro. E' questo che fa di Zlatan Ibrahimovic quel calciatore "iconico" che trascende gli anni e le generazioni. Il resto lo fanno le sue qualità.

Quella contro l'Udinese, sempre alla "Dacia Arena", più di un anno e mezzo dopo la rovesciata che ha fissato il punteggio sull'1-1, è una gara fin troppo importante per il Milan e per la sua corsa alla prossima Champions League per lasciare tutto al caso. E allora eccolo lì, in campo dal primo minuto (complice la squalifica di Olivier Giroud), preferito a Divock Origi e Ante Rebic. E con la fascia da capitano al braccio per la prima volta in rossonero.

"Ismael (Bennacer) oggi è venuto in camera mia e mi ha detto che voleva che fossi il capitano. Gli ho detto va bene, ti tolgo questa pressione (ride, ndr). Stavo bene, mi sono preparato nel miglior modo che potevo fare".

Non è solo un fatto di "riconoscenza al campione", quanto la consapevolezza, che ha maturato anche lo stesso Stefano Pioli, che Ibrahimovic non può solo essere d'aiuto, ma proprio decisivo, proprio alla vigilia del suo ritorno nella Nazionale svedese. E anche in questo caso si potrebbero spendere tante, troppe parole: restando nell'ambito dei club, quella del 18 marzo 2023 è una data che entrerà nella storia di una carriera infinita, a più di un anno dall'ultima sfida disputata da titolare nell'attacco rossonero, contro lo Spezia (il 17 gennaio 2022).

Il resto lo farà lontano dal campo, quando i suoi compagni sfideranno il Napoli ai quarti di finale di Champions League: Ibra non ci sarà, non è in lista. Ed è anche per questo che può concentrarsi sul campionato e su quel record che, a questo punto, è alla portata e che, ironia della sorte, riporta a un'altra sfida contro l'Udinese.

Al 19 maggio 2007: il Milan perde contro i friulani per 2-3. Al 57' Alessandro "Billy" Costacurta fissa il parziale sul 2-2 con un calcio di rigore, poi esce dal campo per l'ultima volta nella sua carriera, salutandosi tutti e ritirandosi.

A 41 anni e 25 giorni era il goal più "anziano" della Serie A prima del 18 marzo 2023: un altro rigore, stavolta sul dischetto va Zlatan che prima si fa parare il tiro da Silvestri. Poi l'arbitro fa ripetere e Ibra non sbaglia: goal del momentaneo pareggio e record. Un'altra pagina di storia.

"Secondo me ho tirato bene il primo, poi il portiere ha fatto una bella parata. Poi è arrivato il secondo e ho pensato “Adesso butto pallone e portiere dentro”.

La serata però è amarissima per il Milan, che ne prende altri due e cade ancora dopo la sconfitta subita a Firenze un paio di settimane fa. Non certo il modo migliore per festeggiare l'ennesimo record di Ibra, insomma.

A tirare su il morale alla squadra ci ha pensato proprio Zlatan, che intervistato da 'DAZN' ha provato a spiegare cosa sta succedendo al Milan.

"Quando giochi da campione d'Italia è totalmente differente, tutti vogliono batterti, siamo sotto pressione ogni gara. E non abbiamo esperienza per giocare da campioni d'Italia, ecco gli up e down. Questo goal non mi ha portato tre punti, quello che volevo. Poi la prima partita da capitano del Milan mi ha dato orgoglio, purtroppo non è andata come volevamo".

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