Wisla Cracovia-Parma e il coltello che ferì alla testa Dino Baggio: "Potevo morire"
In virtù del 6° posto finale conquistato con Carlo Ancelotti in panchina nella stagione precedente, nella stagione 1998/99 il Parma, guidato ora da Alberto Malesani, partecipa di diritto alla Coppa UEFA. Il cammino europeo dei ducali sarà esaltante, tanto che alla fine il 12 maggio 1999 saranno proprio gli emiliani ad alzare il trofeo battendo in finale i francesi dell'Olympique Marsiglia.
Nel percorso verso la finale non mancheranno tuttavia i momenti difficili e le situazioni problematiche a livello ambientale: la più incredibile di tutte si verifica a Cracovia, nell'andata dei sedicesimi di finale contro il Wisla, quando un tifoso lancia dagli spalti un coltello a serramanico che colpisce alla testa Dino Baggio: il centrocampista gialloblù se la caverà con 5 punti di sutura e un'enorme spavento.
IL PERCORSO DELLE DUE SQUADRE
Nei trentaduesimi di finale il Parma deve vedersela con un avversario insidioso come i turchi del Fenerbahçe. L'andata ad Istanbul si rivela dura, come da tradizione per le squadre italiane, e sono infatti 'i Canarini gialli' a imporsi 1-0 con un goal del rumeno Moldovan.
Nulla di irrimediabile però, e infatti nel match di ritorno i ducali, che hanno in rosa campioni e giocatori di grande esperienza internazionale, riescono a ribaltarla: la gara al Tardini si sblocca al 28' con un'autorete di Saffet, poi è Crespo a firmare il raddoppio in chiusura di primo tempo.
Nella ripresa una rete di Balic dà provvisoriamente la qualificazione ai turchi, ma il Parma spinge e viene premiato al 72' con il goal del francese Boghossian che spinge ai sedicesimi la squadra emiliana. Il sorteggio di Ginevra determina l'accoppiamento con i polacchi del Wisla Cracovia ai sedicesimi.
La 'Stella bianca' guida in quel momento il campionato nazionale dopo 9 giornate e al Primo turno ha avuto la meglio sugli sloveni del Maribor, travolti con un risultato complessivo di 5-0 fra gara di andata e match di ritorno. Il Wisla non ha mai affrontato una squadra italiana nelle Coppe europee e l'esito dell'urna viene giudicato positivamente dalla società gialloblù, che aveva evitato abbinamenti sulla carta ben più pericolosi con Valencia, Real Sociedad e Stella Rossa.
WISLA CRACOVIA-PARMA: UNA GARA AD ALTA TENSIONE
La partita di andata si gioca a Cracovia il 20 ottobre 1998. I padroni di casa, che hanno una delle tifoserie più calde del calcio polacco, puntano sul fattore ambientale per provare a ribaltare le sorti di un confronto che sul piano tecnico appare segnato.
Il fischio d'inizio è alle 14.30 ora italiana. Per tutta la partita gli italiani dovranno fare i conti con un clima fortemente ostile, ma il risultato sarà positivo. Già al 2' gli ospiti passano a condurre con una deviazione vincente di Chiesa su calcio d'angolo battuto da Veron. Nonostante il gioco ostruzionistico del Wisla e il terreno molto pesante, la squadra italiana cerca di non farsi condizionare.
I polacchi però in attacco si rendono pericolosi in più occasioni, e al 68' Buffon deve raccogliere la palla in fondo alla sua rete: su sponda aerea all'indietro di Pater, Kulawik trova l'1-1 con una potente conclusione di sinistro. Il pareggio del Wisla surriscalda ulteriormente gli animi in campo e sugli spalti, e all'80' dopo uno scontro di gioco fra Fuser e il difensore Kaliciak, i due contendenti battibeccano e vengono alle mani.
IL COLTELLO DI CRACOVIA
Fuser perde totalmente la lucidità e, con un brutto gesto, sputa verso il suo avversario. L'arbitro rumeno Lica valuta però come veniale l'accaduto ed estrae il cartellino giallo all'indirizzo dei due giocatori risolvendo in maniera salomonica il diverbio.
O almeno così pensa. Perché, mentre intanto le lancette del cronometro segnano l'81', e lui è intento ad annotare sul taccuino i nomi di Fuser e Kaliciak, accade un fatto gravissimo. Dalla gradinata che sta di fronte alla tribuna centrale dello Stadio GTS Wisla, qualcuno lancia in campo quello che si rivelerà essere un coltello a serramanico.
Vicino al pallone, oltre a Fuser, ci sono capitan Sensini, Balbo e Dino Baggio. La lama, lunga una decina di centimetri, colpisce alla testa Dino Baggio, che riporta una ferita e comincia a sanguinare. Il centrocampista inizialmente non si rende conto della gravità di quanto successo e pensa si tratti di una monetina scagliata da qualche tifoso, come già gli era capitato in passato.
"Invece no, questa volta la cosa era peggiore - dirà in seguito a 'La Gazzetta dello Sport' -. L'arbitro ha visto che sanguinavo, se n'è accorto subito, e mi ha detto di andare a bordo campo, dai medici e dai massaggiatori. Io sentivo soltanto una fitta alla testa. Ma, lì per lì, non mi sono reso conto di quello che era accaduto".
L'arbitro Lica, del resto, non ha visto nulla. Chi ha visto tutto è invece Fabio Cannavaro, che con uno scatto tenta di raccogliere il coltello oggetto del misfatto, ma, lui che è un maestro nell'anticipo, per una volta viene anticipato da Czerwiec, nell'occasione più lesto e scaltro. Il centrocampista del Wisla inizialmente tenta di nasconderlo e successivamente lo rilancia sugli spalti.
Il medico del Parma, il dottor Manara, va a soccorrere il giocatore dolorante, che si tocca la testa, e gli applica 5 punti di sutura. Dopo qualche minuto Dino Baggio può così far ritorno in campo. La partita si chiude sul risultato di 1-1, punteggio che fa ben sperare la squadra di Malesani in vista del ritorno al Tardini.
Ma a tener banco è quanto accaduto all'81'. Ancora in accappatoio, dopo aver fatto la doccia, Dino Baggio si reca nello spogliatoio del direttore di gara per mostrare a Lica e al delegato UEFA la sua ferita, in modo che tutto venga messo a referto.
DINO BAGGIO, PAURA E INCREDULITÀ
Inizialmente, quando si inizia ad ipotizzare una possibile sconfitta a tavolino, dalla dirigenza del Wisla Cracovia negano ogni addebito. I dirigenti del club polacco prima sostengono che Dino Baggio si sia ferito precedentemente in uno scontro di gioco, in seguito parlano di un oggetto metallico piovuto dagli spalti ma diverso da un coltello.
A fare chiarezza sui fatti sono però le immagini esclusive della Rai, che aveva trasmesso la partita. Queste ultime vengono mostrate per la prima volta a Dino Baggio nell'aeroporto di Cracovia mentre la sera la squadra e i tecnici e i giornalisti della televisione pubblica attendono l'aereo che li riporterà in Italia.
Grazie alla telecamera portatile dell'operatore della Rai Iberio Gozzi, infatti, il centrocampista può rivivere gli attimi del terrore. Solo dopo aver poggiato l'occhio all'interno dell'obiettivo, Dino Baggio si rende conto di cosa gli è realmente successo e sbianca in volto.
"Terribile, potevo morire - dice incredulo il centrocampista, come riporta 'La Gazzetta dello Sport' -... Mamma mia... Un secondo prima ero girato di fronte e il coltello mi poteva beccare in pieno, in mezzo alla faccia... È incredibile: uno va allo stadio con un coltello, per far del male alla gente... Pazzesco!".
"Mi sono spaventato - ammette anche Fabio Cannavaro, testimone dell'accaduto -. Quando ho visto il coltello ho pensato di essere dentro un film, una cosa surreale. Ma com'è possibile che accadano certe cose, in una partita di calcio?".
"Per fortuna - aggiunge il difensore -, Dino ha la testa dura e tutto è andato bene, ma pensate se lo colpiva in pieno volto. Adesso saremmo qui a parlare di una tragedia e nulla si poteva fare per evitarla".
Le immagini vengono girate subito in Italia e sono mandate in onda nei telegiornali. La UEFA apre un'indagine e chiede alla Rai di poterne avere una copia. Il fattaccio di Cracovia è definitivamente smascherato. Resta solo da chiarire chi è stato a compierlo e perché.
Il quotidiano polacco 'Super Express' raccoglie le confessioni degli hooligans del Wisla, gli 'Sharks' ('Squali') e qualche giorno dopo va in edicola con la foto in prima pagina di un coltello simile a quello che ha colpito il giocatore del Parma.
"Uno del gruppo ha estratto il coltello e l'ha lanciato verso il terreno di gioco perché l'arbitro era incapace - dichiara uno degli hooligans al giornale -. Ha fatto credere di non aver visto nulla quando Fuser ha sputato su Kaliciak. Era Fuser infatti a dover essere colpito, non Baggio".
"A regolare i conti ci penseremo noi - assicura ancora l'ultrà del Wisla alla giornalista che lo intevista -, molleremo uno schiaffone a questa persona".
Emersa la verità, e dunque che Dino Baggio era stato ferito "per sbaglio" da un coltello lanciato dalle gradinate e destinato al suo compagno di squadra Fuser, e venute meno le bugie del Wisla, il Parma in vista della partita di ritorno al Tardini, in programma il 3 novembre 1998, decide comunque di non presentare ricorso e si rimette alla decisione dell'UEFA.
"È vero, ho raccolto un oggetto sul campo. Era un coltello - ammette ora Czerwiec, smentendo di fatto il club -. L'ho preso e l'ho buttato via perché ho avuto paura che per colpa di un tifoso stupido si vanificassero gli sforzi della nostra squadra".
L'unico a minimizzare continua ad essere il presidente del Wisla, Ludwik Mietta Mikolajewicz:
"Non c'è stato nessun coltello - sostiene ancora -. A mio modo di vedere, gli italiani, insoddisfatti del pareggio e preoccupati per le eventuali critiche dei tifosi e della stampa hanno deciso di esagerare i fatti".
"Dino Baggio è stato sicuramente colpito da un oggetto lanciato dalle gradinate, ma la ferita non poteva essere così grave se il giocatore è rimasto in campo fino alla fine. Ad ogni modo, abbiamo chiesto scusa al Parma e agli italiani".
"Nessuno ha visto niente del genere inclusi l'arbitro e i guardalinee, gli osservatori della UEFA, i rappresentanti del Parma e del Wisla - aggiunge il portavoce del Wisla, Maciej Bobr -. Non stiamo dicendo che Baggio mente, ma è nostra opinione che ciò che l'ha colpito non poteva essere un coltello".
Ma le immagini Rai, che hanno fatto il giro del Mondo, li smentiscono pienamente e tutti, in attesa del verdetto della Commissione disciplinare dell'UEFA, che arriverà soltanto dopo il match di ritorno, si domandano come sia stato possibile per il tifoso entrare allo Stadio tranquillamente con un coltello.
A Dino Baggio, che si sente miracolato, resta un grande spavento per conseguenze che avrebbero potuto essere ben più gravi dei 5 punti che gli sono stati applicati.
"Non ho mai pensato che andando in campo per giocare una partita di calcio si può anche morire - dichiara il giocatore a 'La Gazzetta dello Sport' -, ma dopo quello che è successo devo per forza cambiare idea. L'immagine che ho visto dentro la telecamera e poi in televisione continua a tornarmi in mente: un fotogramma preciso, secco. Vorrei vedere chi non prende paura dopo un fatto del genere!".
"Anche uno che ha la testa dura come me può crollare... - aggiunge - Mi era già successo di prendere delle monete in testa: l'ultima volta a Praga l'anno scorso, e avevo giocato il resto della partita con un turbante per evitare che la ferita sanguinasse. Ma un coltello non l'avrei mai immaginato!".
"Dobbiamo evitare che certe cose si ripetano, il rischio esiste - conclude il centrocampista -. A me è andata bene, ma ad un altro non lo so".
Dino Baggio non è stato peraltro l'unico bersaglio del tifo violento quel 20 ottobre: un tifoso emiliano di 16 anni, giunto a Cracovia in pullman con zio e zia, come riporta la cronaca de 'La Gazzetta dello Sport', è stato infatti ferito alla schiena, per fortuna soltanto di striscio, da una coltellata. Medicato all'ospedale di Cracovia ha poi fatto rientro in Italia con il volo dei giocatori che è stato fatto ritardare apposta di un'ora.
WISLA CRACOVIA-PARMA 1-1, IL TABELLINO
Cracovia - Stadio GTS Wisla
Martedì 20 ottobre 1998, ore 14.30
WISLA CRACOVIA-PARMA 1-1 (0-1)
MARCATORI: 2' Chiesa (P), 68' Kulawik (W)
WISLA CRACOVIA: Sarnat, Zajac M., Zajac B., Wegrzyn, Kaliciak (89' Matvja), Pater, Bukalski, Czerwiec, Kulawik, Frankowski, Dubicki. All. Smuda
PARMA: Buffon; Thuram, Sensini, Cannavaro F.; Fuser, Baggio D., Fiore, Veron (88' Mussi), Vanoli; Crespo (46' Balbo), Chiesa (83' Stanic). All. Malesani
Arbitro: Lica (Romania)
Spettatori: 10 mila circa
PARMA CAMPIONE, WISLA SQUALIFICATO
Il 3 novembre, alle 19, allo Stadio Tardini si disputa la sfida di ritorno fra Parma e Wisla Cracovia. Sul campo la squadra di Malesani conquista la qualificazione grazie ad una vittoria per 2-1. La partita, che Dino Baggio non gioca, si sblocca al 20': dopo un tiro ribattuto di Chiesa, Fiore colpisce al volo da oltre 20 metri e infila il portiere Sarnat.
La gara sembra in discesa per i gialloblù, tanto più che ad inizio ripresa su tiro-cross di Boghossian dalla destra, Zajac B. compie la frittata e spedisce alle spalle del suo portiere per il 2-0 degli emiliani. Lo stesso Zajac B. rimedia nel finale con la rete del 2-1 finale, che serve però soltanto a rendere meno amara l'eliminazione polacca.
Sugli spalti i tifosi polacchi chiedono scusa per il gesto scellerato del loro ultrà, mostrando lo striscione "Dino, Parma, scusaci".
Il Parma di Malesani eliminerà poi Rangers, Bordeaux e Atletico Madrid, superando 3-0 in finale a Mosca l'Olympique Marsiglia il 12 maggio 1999. Dino Baggio, titolare allo Stadio Luzhniki, solleverà quel giorno la terza Coppa UEFA della sua carriera, dopo quella vinta con la Juventus nel 1993 e la prima conquistata con il Parma nel 1995, lasciandosi definitivamente alle spalle l'assurdo episodio di Cracovia.
Il lanciatore del coltello, invece, sarà individuato e arrestato dalla polizia polacca, mentre il Wisla Cracovia, costretto ad ammettere le proprie responsabilità e carenze nei controlli all'ingresso dello Stadio, sarà stangato dall'UEFA con un anno di squalifica dalle Coppe europee, e, nonostante la vittoria del campionato polacco, non potrà prendere parte nella stagione 1999/00 alla Champions League.