Scontri prima e dopo Napoli-Eintracht: guerriglia in centro, sette arresti tra gli ultras azzurri

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I timori della vigilia si sono purtroppo avverati: scontri nel centro di Napoli, incendiata un'auto della Polizia. Arrestati sette ultras azzurri.

I timori della vigilia sono purtroppo stati confermati. Pomeriggio di guerriglia, quello di ieri, nel centro di Napoli, protagonisti in negativo gli ultras dell'Eintracht che hanno raggiunto la città campana pur sprovvisti di biglietti dopo il divieto di trasferta imposto dalle autorità italiane, tra le polemiche, proprio per evitare incidenti.

Il TAR Campania aveva poi sospeso l'ordinanza del Viminale, prima che la Prefettura vietasse nuovamente la vendita dei biglietti per i residenti a Francoforte, impedendo di fatto la trasferta ai supporters dell'Eintracht.

Sulla questione era intervenuto anche il presidente dell'UEFA, Ceferin, che aveva definito 'intollerabile' il divieto imposto ai tifosi tedeschi dalle autorità italiane.

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"Dobbiamo dire che se succede qualcosa del genere, non si giocherà lì. E' molto semplice, cambieremo le regole".

Intorno alle 16.30 di mercoledì, secondo quanto riporta 'Fanpage', a piazza del Gesù un gruppo di tifosi del Napoli ha accerchiato quelli tedeschi. Inevitabile il contatto con le forze dell'ordine impegnate ad evitare il peggio. Tanta la paura tra i passanti che si trovavano in zona.

Sono così partite sassaiole, lancio di oggetti e un'auto della Polizia è stata incendiata. Polizia che, insieme ai Carabinieri, ha diviso le due fazioni in assetto anti-sommossa mentre gli ultras tedeschi minacciavano i giornalisti intimando di non riprendere quanto succedeva.

Molte auto e moto di semplici cittadini, parcheggiate in zona, sono andate distrutte. Così come l'arredo urbano e i suppellettili di alcuni negozi che danno sulla piazza. Decine di tifosi del Napoli hanno cercato di entrare in contatto con quelli dell'Eintracht e si sono scontrati con gli agenti della Polizia di Stato. I tifosi hanno utilizzato qualsiasi tipo di arma impropria: bastoni, sedie, mazze, cavalletti di legno e, secondo quanto riportato dall'ANSA, un agente in borghese ha anche recuperato una pistola rimasta a terra sul selciato.

La situazione è lentamente tornata alla normalità. Ma i danni sono ingenti e le persone fermate sono oltre duecento. Sono sette i tifosi arrestati nella notte: quattro di essi sono legati ai disordini avvenuti sul lungomare, vicino all'hotel dove alloggiavano gli ultras tedeschi, mentre gli altri tre si riferiscono agli scontri del pomeriggio in piazza del Gesù.

L'Eintracht Francoforte intanto, in segno di protesta contro la decisione di vietare la trasferta ai propri tifosi, ha disertato il classico pranzo organizzato dall'UEFA il giorno della partita. Non solo, il CEO Axel Hellmann, il CFO Oliver Frankenbach, il presidente del consiglio di sorveglianza Philip Holzer e il presidente del club Peter Fischer sono rimasti in Germania.

Philipp Reschke, dirigente dell'Eintracht, ha rilasciato alcune dichiarazioni a ridosso del fischio d'inizio del match:

"Circa 150 tifosi del Napoli sono venuti ad attaccare i nostri (a Piazza del Gesù, ndr). Da lì è iniziato tutto. Un lungo scontro con molti fumogeni. Sembrava un po' che lì i gruppi che si stavano cercando sono sono trovati. Abbiamo visto un veicolo della polizia in fiamme. La stessa polizia non era in grado di stabilire chi avesse iniziato lo scontro".

Al termine della partita alcuni ultras del Napoli hanno cercato di raggiungere l'hotel dove alloggiavano i tedeschi sul lungomare, ma sono stati respinti dalle forze dell'ordine con l'utilizzo di lacrimogeni, manganelli e idranti. La Polizia ha effettuato alcuni fermi, un carabiniere è rimasto lievemente ferito.

Intorno all'1.30 di notte finalmente gli ultras tedeschi, scortati, hanno quindi lasciato Napoli al termine di una giornata decisamente da dimenticare sul piano dell'ordine pubblico.

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