Rio Mavuba, il calciatore nato in mare che fu il capitano dell'impresa Lille
Apolide fino al compimento del ventesimo anno di età. Senza cittadinanza, senza un Paese d'apparteneza, almeno da quanto emerge dai documenti.
"Né en mer".
Nato in mare. Così recita il passaporto di Rio Antonio Mavuba, ex centrocampista e capitano del Lille.
"La gente ride quando vede il mio passaporto, ma ormai ci ho fatto l'abitudine".
Esattamente 39 anni fa, l'8 marzo 1984, nasceva in un punto non ben definito dell'Oceano Atlantico tra l'Angola e lo Stretto di Gibilterra il piccolo Rio, nome scelto proprio in onore delle acque sulle quali è venuto alla luce.
I genitori di Rio Antonio scappano dalla guerra civile in Angola, nazione d'origine di mamma Thérèse, e lo fanno attraverso un'imbarcazione partita da Luanda e diretta a Marsiglia, in Francia.
Thérèse non ha ancora deciso il nome del piccolo che porta in grembo da otto mesi ma è sicura di una cosa: vuole che il piccolo nasca in Europa, lontano dalla guerra tra l’esercito regolare angolano e il Frente para a Libertação do Enclave. Un conflitto che ha come protagonisti Mobutu Sese Seko da una parte e i ribelli dall'altro e che all'inizio del 1984 è pronto a scoppiare.
Le difficoltà di un viaggio complicato, ricco di ostacoli e avversità, provocano il parto prematuro e la nascita del piccolo Rio Antonio.
“Sinceramente, non ho voglia di raccontare quell’episodio - racconterà il padre -. Lo conservo dentro di me, per ricordarmi di quanto io sia stato fortunato quel giorno".
Figlio d'arte. Sì, perché papà Mafuila 'Ricky' è stato un calciatore professionista e di successo in Zaire. Soprannome? Lo 'stregone' per la facilità con cui trasformava in calci da fermo in goal: non solo punizioni, ma anche reti direttamente da calcio d'angolo.
Ha vinto tra il 1973 e il 1974 la Coppa dei Campioni d’Africa con l’AS Vita di Kinshasa e la Coppa d'Africa con lo Zaire, l’ex colonia di re Baldovino del Belgio, ricca di miniere del Katanga, che aveva appena cambiato nome e dove dieci anni prima era stato trucidato Lumumba, l’unico presidente eletto democraticamente nella storia del Paese.
Un biennio sportivo memorabile che si conclude con l'esperienza alla Coppa del Mondo nell'allora Germania Ovest con i 'Leopards', passata alla storia per il gesto di Ilunga Mwepu, che si staccò dalla barriera e calciò la palla in occasione di un calcio di punizione per il Brasile sul risultato di 3-0 per i verdeoro, ma da cui emerge tutta la paura dei calciatori dopo l'avvertimento arrivato da Kinshasa.
Il dittatore Mobutu Sese Soko non ha gradito le prime due sconfitte e ha mandato un messaggio alla squadra: se subiranno più di tre goal con il Brasile non faranno mai più ritorno a casa.
"Ha mandato le guardie a minacciarci, se avessimo perso 4-0 col Brasile nessuno di noi sarebbe tornato vivo a casa".
Mwepu ha svelato il perché del suo gesto in un'intervista alla BBC nel 2002.
Rimasto in panchina nelle tre sfide contro Scozia, Jugoslavia e Brasile, Mafuila ‘Ricky’ Mavuba torna in patria e mette su famiglia in Angola insieme a Thérèse.
Rio Mavuba resta orfano: a due anni perde la madre e a dodici anni il padre.
Una vita difficile. Una strada in salita che ha fortificato il giovane Rio, che ha ottenuto il passaporto francese solo all'età di 20 anni.
Rio eredita dal padre la passione e il talento calcistico. Il classe 1984 entra a far parte delle giovanili del Bordeaux e fa tutta la trafila fino all'esordio in prima squadra, che arriva il 3 gennaio 2004 nel successo in Coppa di Francia per 2-0 contro il Libourne, formazione di terza divisione.
Una settimana più tardi arriva l'esordio in Ligue 1 in casa del Montpellier. L'exploit con la maglia dei Girondini consente a Mavuba di ottenere la convocazione con la nazionale francese, con cui debutta il 18 agosto nell'amichevole terminata 1-1 contro la Bosnia.
Dopo le presenze con l'Under 21, Mavuba declina la convocazione del Repubblica Democratica del Congo e del suo ct Claude Le Roy e corona il suo sogno:
"Ringrazio Le Roy, ma mi sento francese: sono cresciuto qui. Il mio obiettivo, d’ora in avanti, è quello di giocare per la Francia".
L'avventura con il Bordeaux si conclude dopo quattro stagioni e una Coppa di Lega in bacheca. Mavuba firma con il Villarreal, che convince il club transalpino a lasciarlo partire staccando un assegno da otto milioni di euro.
L'esperienza con il 'Submarino Amarillo' dura, però, appena sei mesi, giusto il tempo di collezionare cinque presenze in Liga, prima di fare ritorno in Francia.
Nel destino di Rio c'è il Lille, che lo acquista in prestito ma decide presto di rilevare il cartellino dal Villarreal.
Con la maglia dei 'Douges', il centrocampista scrive la storia da capitano. Nel 2011, il Lille conquista il 'double' Ligue 1-Coppa di Francia grazie a un'annata praticamente perfetta.
Dopo le prime otto gare senza perdere, la squadra 'lilloise' subisce due bruschi stop contro Lione e Marsiglia, prima di riprendere la marcia il 31 ottobre, la prima di una serie di 13 gare in cui resterà imbattuta.
Il metronomo e geometra di quel centrocampo è proprio Rio Antonio Mavuba, che dirige scandendo i tempi e i ritmi della squadra di Rudi Garcia.
Leader silenzioso e gigante in mezzo al campo, come ha dimostrato in occasione dello scontro con Zlatan Ibrahimovic nella sfida contro il PSG.
Mavuba si lamenta con lo svedese per una spinta a palla lontana, andando a muso duro. La reazione dell'attaccante? Lo prende per la testa: il francese, però, non ci pensa nemmeno un secondo e risponde con una mano sul volto di Ibra, che cade a terra, a dire il vero senza opporre resistenza.
Il titolo arriva alla giornata numero 37, con 90 minuti d'anticipo, grazie al 2-2 conquistato al Parco dei Principi contro il Paris Saint-Germain, esattamente una settimana dopo la vittoria della Coupe de France.
Due trofei vissuto da autentico protagonista e alzati al cielo da capitano di una squadra che ha scritto la storia.
Mavuba chiude il cerchio il 15 giugno 2014, in occasione della Coppa del Mondo in Brasile, quando il commissario tecnico Didier Deschamps lo manda in campo al posto di Cabaye nel secondo tempo della sfida contro l'Honduras.
La realizzazione di un sogno nel ricordo di papà Mafuila 'Ricky', convocato per i Mondiali esattamente 40 anni prima.
Fuori dal progetto tecnico di Bielsa, Mavuba lascia il Lille nel 2017 e si trasferisce allo Sparta Praga, in Repubblica Ceca, dove giocherà alla corte di Andrea Stramaccioni.
Il canto del cigno prima del ritiro, arrivato a causa dei numerosi infortuni che hanno condizionato l'ultima parte della carriera, dopo esser tornato in Francia nelle fila del Mérignac-Arlac.
Rio Mavuba non ha mai dimenticato le sue origini. Nel 2009 è tornato nel quartiere di Kinshasa dove è nato suo papà Mafuila e ha aperto una fondazione che si occupa di bambini congolesi rimasti orfani, "Les orphelins de Makala".
Un campione, dentro e fuori il rettangolo verde di gioco, che non ha dimenticato il passato difficile. Un uomo straordinario, cresciuto attraverso le difficoltà di una vita travagliata.
"Nato in mare" recita il passaporto. Un'anomalia in cui è racchiusa tutta la bellezza della storia di Rio Antonio Mavuba.