Pogba, Di Maria e Vlahovic: quanto la Juventus potrà contare su di loro per il finale di stagione?
È un periodo in cui in casa Juventus si sorride poco. Tra campo ed extracampo, infatti, negli ultimi mesi la quotidianità alla Continassa è diventata atipica. Si parla poco di calcio e, quando ciò accade, non è che i risultati siano poi così entusiasmanti. Eufemismo.
Testa all’attualità, al match contro il Lecce. Con la ferma volontà di spedire nel dimenticatoio un mese horror da poco conclusosi caratterizzato da 2 successi, 4 sconfitte e 3 pareggi. Il tutto, con l’eliminazione in Coppa Italia.
Insomma, per la Juve dovrà essere a tutti i costi un maggio differente. Linea guida ben chiara, scandita dal CFO Francesco Calvo, con un doppio obiettivo da raggiungere: classificarsi tra le prime quattro in campionato e conquistare la finale di Europa League.
Ci si gioca molto, non tutto perché anche i tribunali faranno la loro parte, ma in termini di manto erboso la banda guidata da Max Allegri non ha alibi. Ecco perché, giunti alle settimane indelebili, i tifosi si aspettano tanto da Dusan Vlahovic, Angel Di Maria e Paul Pogba. Un tris che, per motivi differenti, non è riuscito a imporsi con continuità all’interno di una stagione sempre più in formato soap opera.
LA SITUAZIONE DI VLAHOVIC, POGBA E DI MARIA
Partiamo da DV, da colui che sarebbe dovuto diventare l’epicentro realizzativo dell’attacco bianconero, e che invece è diventato a tutti gli effetti un caso. Certo, la pubalgia ha condizionato pesantemente il rendimento del serbo, ma resta netta la percezione che l’ex Fiorentina non sia ancora riuscito a esprimere gran parte del suo potenziale all’ombra della Mole.
C’è chi sostiene che sia – in generale – un problema da associare all’opaca produzione offensiva zebrata. Altri, invece, sono della tesi che le lacune tecniche del diretto interessato stiano frenando un investimento da oltre 80 milioni. Opinioni, resta il fatto che si stia parlando di 11 reti in 36 gettoni. Insomma, troppo poco.
Detto ciò, guai a sottovalutare il peso specifico dell’attaccante, e chissà che il ritorno al goal in campionato non vada in scena proprio contro la formazione pugliese. O meglio, questo è l’auspicio della Vecchia Signora, per iniziare a gettare un po’ di acqua su un fuoco sempre più ingestibile.
Cosa dire del Fideo? Letteralmente imprescindibile nelle prime battute del nuovo anno, ora in una nuova fase di flessione. I maligni sostengono che, una volta compreso che a Bologna non sarebbe partito dall’inizio, Di Maria avrebbe preferito rimanere a Torino per curare meglio un lieve trauma contusivo alla caviglia destra. E, forse-forse, poi così maligni non sono.
Ma ora è acqua passata, gambe rivolte all’attualità, senza pensare troppo all’argomento rinnovo. Arriverà? Il dialogo con l’entourage dell’argentino è in atto, ma il clima di incertezza che accompagna la Juve evidentemente non aiuta a schiarire rapidamente il tema prolungamenti. Ci vorrà pazienza e, soprattutto, la partecipazione o meno alla prossima Champions League fa tutta la differenza di questo mondo.
E cosa dire di Pogba? Un’annata surreale. Dalla strategia fallimentare legata alle terapie conservative post ko in estate al Mondiale perso, passando per una sfilza di problemi di natura muscolare da associare all’inattività vissuta nei mesi finali dell'avventura al Manchester United. Qua, come direbbe Allegri, non c’è da parlare ma da fare. E sarebbe anche ora, in virtù di un prestigiosissimo quadriennale in essere.