Quando Perotti fu vicino al Napoli: a Castel Volturno arrivarono solo le sue scarpe

Perotti NapoliGetty

Quando nel giugno 2015 Maurizio Sarri firma il contratto che lo legherà al Napoli, sono in pochi a poter prevedere cosa sta per accadere nel panorama calcistico italiano. Il club partenopeo, dopo il quinto posto ottenuto in campionato con Rafa Benitez in panchina, decide di affidarsi ad un allenatore che ha alle spalle una lunghissima gavetta fatta di tanta Promozione, Eccellenza, Serie D, Serie C e Serie B ed una sola stagione in Serie A alla guida dell’Empoli .

Proprio quell’Empoli però si è guadagnato le attenzioni di molti perché propone un calcio bello e concreto che gli permette di salvarsi senza il minimo affanno e così diversi club iniziano a rendersi conto di aver per anni trascurato quel tecnico sempre in tuta che ha avuto il coraggio di lasciare un posto sicuro e ben retribuito in banca per seguire un sogno.

Sarri da un giorno all’altro, dopo una rincorsa tutta in salita, si ritrova ad essere a 56 anni già compiuti l’uomo nuovo del calcio italiano, ma c’è un solo grande club, nonostante le tante voci che si sono rincorse per mesi, che ha poi il coraggio di affidargli un progetto: proprio il Napoli.

Le intenzioni di Aurelio De Laurentiis sono chiare: trattenere i migliori giocatori della rosa e rafforzare il gruppo con quegli elementi che possano consentire al tecnico di riproporre il proprio calcio fatto di pochi tocchi e tanta velocità anche all’ombra del Vesuvio. Proprio il gioco deve diventare il punto di forza dei partenopei, quell’arma decisiva che permetta di colmare il gap con le primissime della classe e soprattutto con quella Juventus che ha vinto gli ultimi quattro Scudetti.

Il Napoli si assicura quindi Chiriches, Allan, riaccoglie Reina, e dall’Empoli fa arrivare due giocatori che per forza di cose devono integrarsi alla perfezione nei meccanismi di Sarri: il regista Valdifiori e l’esterno difensivo Hysaj.

Una campagna acquisti di tutto rispetto, che si rivelerà poi estremamente centrata, ma il giocatore del quale più in assoluto si è parlato nel corso dell’estate, quello che per fantasia e qualità tecniche più di tutti fece sognare molti tifosi, a Napoli non metterà mai piede, se non da avversario: Diego Perotti.

La primissima scelta di Maurizio Sarri è in realtà un’altra, visto che ad Empoli si è innamorato di Riccardo Saponara, un giocatore che a tratti è capace di esprimere quella genialità che pochi eletti hanno. Con il tecnico toscano in panchina, quello che era considerato un talento quasi perso, torna ad esprimersi a livelli altissimi, tanto che lo stesso tecnico si sbilancerà in maniera importante.

“Saponara è un fuoriclasse e sarà destinato a società importanti, in Italia non se lo potrà permettere più nessuno”.

Ovvio quindi che il Napoli decida fin da subito di fiondarsi su di lui, ma c’è un problema: l’Empoli pretende 20 milioni di euro per il suo cartellino. Sono troppi, si deve quindi andare su un’alternativa.

Quell’alternativa, tra l’altro ‘di lusso’, viene subito individuata appunto in Perotti, un mago del dribbling che gli infortuni sembravano aver strappato al grande calcio, ma che al Genoa si è rilanciato in maniera importante.

Il club ligure già in altre occasioni aveva dimostrato di saper recuperare campioni reduci da annate sfortunate e anche in questo caso fa centro. All’argentino servono 27 partite di campionato, condite da 4 goal e tante ottime prestazioni, per far capire che i guai fisici sono definitivamente alle spalle.

Rapido, duttile, capace di agire anche da esterno d’attacco in un 4-3-3, Perotti potrebbe rivelarsi un'arma letale capace di innescare come pochi la stella di prima grandezza della squadra: Gonzalo Higuain.

La trattativa parte a fine giugno e le cose si mettono subito in discesa, visto che si trova un accordo in tempi rapidi con Alvaro Torres, l’agente del giocatore. Ad attendere l’argentino a Napoli ci sarebbe oltre che la possibilità di giocare per obiettivi importanti, anche un quadriennale da 1,5 milioni a stagione.

A far capire che il discorso può essere ben indirizzato, sono anche le parole che lo stesso Sarri spende in quei giorni per Perotti.

“E’ tecnico, veloce, sa spezzare la partita, mi ha fatto una grande impressione. Quando è arrivato in Europa aveva credenziali importantissime, poi ha dovuto fare i conti con un paio di infortuni”.

I contatti si fanno sempre più fitti e iniziano a circolare le prime cifre: il Genoa è pronto a parlarne per circa 12 milioni di euro, De Laurentiis prende tempo e studia la situazione.

Con il passare dei giorni le voci di un accordo prendono sempre più vigore, finché non arriva l’episodio che sembra anticipare di fatto l’annuncio ufficiale. A Castel Volturno, sede del centro sportivo del Napoli, arriva un pacco indirizzato a Diego Perotti. Il fattorino che lo consegna fisicamente è un grande tifoso della compagine partenopea e pensa quindi bene di fotografare l’etichetta apposta sulla scatola all’interno della quale c’è un paio di scarpe da gioco preparato appositamente per l'argentino da una famosissima azienda tedesca.

L’immagine inizia a fare il giro del web, la società smentisce inizialmente la cosa, salvo poi dover rispedire il pacco al mittente perché Perotti formalmente non è un tesserato azzurro.

La vicenda crea qualche imbarazzo, ma di fatto rappresenta anche l’indizio decisivo: tutti si aspettano di vedere anche il gioiello argentino al raduno del primo Napoli di Sarri che è in programma poche ore dopo, l’8 luglio 2015.

Le scarpe saranno l’unica cosa di Perotti che arriverà a Napoli, il resto è storia nota. Quella trattativa che sembrava in dirittura d’arrivo non andrà mai in porto e l’attaccante inizierà la stagione con il Genoa, prima di trasferirsi il successivo 1° febbraio 2016 alla Roma, prima di passare al Fenerbahce ed infine alla Salernitana (oggi il sudamericano è svincolato).

A Sarri basteranno 148 partite complessive per entrare nella storia del club partenopeo ed il suo Napoli sarà uno dei più belli di sempre, anche se non riuscirà mai a vincere quello Scudetto tanto sognato. Nessuno saprà mai se con Perotti in campo, quel trionfo solo sfiorato sarebbe potuto diventare realtà.