La parabola di Brozovic: da titolare inamovibile ad alternativa a Calhanoglu
Fino a dodici mesi fa, anche solo pensare ad un’Inter senza Brozovic in cabina di regia era un esercizio complicato. Così complicato che proprio nelle partite da lui saltate nel momento cruciale della scorsa stagione, in molti hanno intravisto il vero motivo del rallentamento nella corsa che poi ha portato il Milan a vincere il suo diciannovesimo Scudetto.
Quelle che un anno fa erano certezze difficilmente attaccatili, oggi sono fatti totalmente ribaltati. ‘C’è vita’ anche senza il centrocampista croato, anzi l’Inter sembra oggi preferire fare a meno di un uomo che, con Spalletti prima (è stato lui a cucirgli il ruolo di regista in nerazzurro addosso), Conte poi e anche Inzaghi nella sua prima stagione meneghina, sembrava l’unico vero intoccabile: il perno attorno il quale far ruotare tutto.
A frenarlo, e a fargli perdere i galloni di titolare inamovibile, è stata una serie di infortuni che ha condizionato tutta la sua annata. Si è fermato per la prima volta nel corso della preparazione estiva (polpaccio), poi ha saltato tutto il mese di ottobre (flessore), ha riportato un problema nel corso dei Mondiali (coscia) e infine è rimasto fuori per tutto gennaio (ancora il polpaccio). Diverse partite saltate nelle quali l’Inter si è abituata a fare a meno di lui.
A rendere le sue assenze meno dolorose ci ha pensato Hakan Calhanoglu che, non solo piazzato in cabina di regia non ha fatto rimpiangere Brozovic, ma ha fatto suo la posizione al punto di diventare un elemento imprescindibile per Simone Inzaghi.
Rispetto al croato interpreta il maniera diversa il ruolo: meno percussioni offensive per caricare il tiro dalla distanza e maggior rispetto della posizione. Calhanoglu è diventato fondamentale per l’Inter mostrando grande predisposizione nel dettare i tempi e, come da lui stesso spiegato, non solo gradisce la nuova posizione in campo, ma è lì che vuole restare.
"Dovunque mi metteranno, darò il massimo - ha svelato di recente a ‘La Gazzetta dello Sport’ - Poi già in nazionale giocavo da regista e il mio procuratore mi ha sempre detto: 'Quello è il tuo ruolo...'. Le sue parole mi sono rimaste in testa: per questo mi vedo più davanti alla difesa, non a caso il mio idolo era Pirlo... Grazie a Inzaghi mi sono completato in questa posizione, soprattutto dal punto di vista difensivo. Ora mi esalta anche il duello fisico: sarò più lontano dalla porta e tirerò di meno, ma riesco a controllare la partita, il ritmo, e aiutare i compagni da dietro. Poi un goal può sempre arrivare, come a San Siro con il Barcellona...".
In casa Inter si è venuto dunque a creare un vero e proprio dualismo, una situazione che ovviamente sta a Simone Inzaghi provare a gestire nel migliore dei modi. La scorsa estate l’Inter aveva pensato di rivolgersi al mercato per mettere a disposizione del tecnico un vero vice-Brozovic e aveva identificato la giusta soluzione in Asllani, ma la continuità di rendimento di Calhanoglu ha sin qui relegato l’ex gioiello dell’Empoli al ruolo di semplice comparsa.
Pensare insomma di apportare modifiche in un ruolo così complicato e nel momento più importante della stagione pare complicato (così come difficile è rinunciare al Mkhitaryan degli ultimi tempi) ed è per questo che la mediana nerazzurra potrebbe restare scolpita come è fino al termine dell’annata (con Barella ovviamente terzo elemento centrale).
Da quando è tornato abile ed arruolabile, Brozovic non ha brillato contro l’Udinese giocando dal 1’, ha fatto bene bene con il Porto da subentrato, ha deluso da titolare contro il Bologna e poi è stato relegato nuovamente in panchina per la successiva sfida vinta con il Lecce (è entrato a 20’ dalla fine).
Un andamento altalenante che secondo molti può essere il preludio per un finale di stagione da alternativa di lusso, oltre che di un possibile addio a giugno. Il tempo dirà se il suo lungo ciclo nerazzurro è arrivato alla sua conclusione dopo nove anni, quello che è certo è che oggi Brozovic non è più il leader del centrocampo del quale per l’Inter è impossibile fare a meno.