Nicolò Fagioli, l'investitura di Allegri, l'operazione al cuore e la Juventus nel destino
“Abbiamo un ragazzo che si chiama Fagioli, è un 2001. Vederlo giocare a calcio è un piacere. È un ragazzo che conosce il calcio e i tempi di gioco, sa come e quando smarcarsi, come e quando passare la palla. È bello vederlo giocare. Ragazzi così non vengono fuori tutti gli anni”.
L'investitura arriva nel settembre 2018 direttamente da Massimiliano Allegri prima di Juventus-Sassuolo, gara che verrà ricordata come quella dei primi goal italiani di Cristiano Ronaldo. Il tecnico bianconero, alla vigilia di quella partita, sorprende tutti facendo il nome di un ragazzo che fino a quel momento ha giocato solo qualche scampolo di gara durante la tourneè estiva negli States ma del quale sembra essersi letteralmente innamorato.
"Contro il Bayern, a un certo punto della partita Emre Can si è infortunato, il mister si è voltato verso di me, io ho incrociato il suo sguardo ma non avrei mai pensato che mi facesse giocare”.
Nato a Piacenza il 12 febbraio 2001 in una famiglia tutta bianconera (il nonno ed il papà erano grandi tifosi della Vecchia Signora), Nicolò muove i primi passi nella squadra della sua città prima del trasferimento alla Cremonese, ovvero un altro club che segnerà in modo decisivo la carriera di Fagioli.
Nel 2015 sul ragazzo mette gli occhi l'Inter ma, quando arriva la chiamata della Juventus, Nicolò non ha dubbi e sceglie il bianconero. A portarlo a Torino è Luigi Milani, responsabile del settore giovanile dove Fagioli brucia letteralmente le tappe. 13 goal in 25 partite nella stagione 2017/18 tra gli Under 17 valgono la promozione tra i Primavera a soli 17 anni con cui colleziona 29 presenze e 6 goal. Un predestinato, insomma. Tanto che nel 2018 il 'Guardian' lo inserisce tra i 60 talenti migliori del mondo insieme ad altri due italiani: Pietro Pellegri e Salcedo.
L'esordio tra i professionisti arriva il 24 settembre 2018, in Serie C, quando scende in campo con la Juventus Under 23 pochi giorni dopo l'investitura di Allegri. Per arrivare in Prima squadra però, come raccontato qualche tempo fa a 'Il Foglio', c'è da superare un ostacolo durissimo: mamma Laura.
"Loro si allenano al mattino, io in quelle ore vado a scuola. La mia mamma non voleva che saltassi le lezioni: mi ha detto che di mattina bisogna studiare. Lei è una tosta, io so che ha ragione”.
Il 27 gennaio 2019 viene convocato per la prima volta da Allegri per una gara di campionato. Un sogno con qualche retroscena divertente, come quello raccontato da Fagioli in un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport'.
"Imparavo tanto, sia a livello tecnico che di spogliatoio. Ho visto grandi professionisti, gente come Ronaldo e Chiellini arrivava per prima e andava via per ultima dopo aver curato ogni dettaglio. E al primo allenamento ho preso tunnel da Cancelo, così, tanto per gradire…".
"Con chi ho legato di più? Con Morata. Lo battevo sempre a ping-pong, anche se lui dirà che non è vero...".
Il tempo per il debutto ufficiale con i grandi sembra maturo ma ad aprile sulla strada di Fagioli si mette di traverso la sfortuna: aritmia cardiaca benigna, trattamento ambulatoriale e stop forzato di quattro settimane che gli impedisce di scendere in campo contro la SPAL in una gara che a Scudetto già acquisito vede Allegri lanciare moltissimi giovani tra i quali Grigoris Kastanos, Paolo Gozzi, Hans Nicolussi Caviglia e Stephy Mavididi. In quel periodo, come raccontato da Nicolò a 'SportWeek', a stargli particolarmente vicino c'è anche Cristiano Ronaldo.
"Un problema che avevo da anni. Avevo spesso attacchi e giramenti di testa dopo una partita o un allenamento. Poi abbiamo scoperto il problema. Fino all’intervento temevo di non poter più giocare, dopo no: tutto è stato risolto. Ronaldo, che da ragazzo aveva sofferto della stessa cosa mi è stato molto vicino, consigliandomi dove operarmi, al Pinna Pintor di Torino, e cosa fare per recuperare facendo tutto per bene. Avevo visto Cristiano per la prima volta la vivo la sera del suo gol in rovesciata in Juve-Real di Champions, allo stadio. Al mio compagno delle Giovanili dissi: ’Pensa se uno così ce lo ritrovassimo qui l’anno prossimo’. Quando, qualche mese dopo, me lo ritrovai addirittura vicino di armadietto, non riuscii ad aprire bocca. Non sapevo cosa dirgli".
Anche se l'idolo del piccolo Nicolò era solo uno, indossava la numero 10 bianconera e si chiamava Alessandro Del Piero. Una maglia che Fagioli sogna di tenere sulle spalle nel prossimo futuro magari dipingendo altre magie come quella con cui ha realizzato il suo primo goal in Serie A regalando alla Juventus tre punti pesantissimi sul campo del Lecce e incassando proprio i complimenti di Pinturicchio.
"Sin da piccolo guardavo Del Piero come idolo e fare un goal come lui per me è il massimo".
Destro a giro dal limite dell'area, palla che bacia il palo e finisce in rete prima di una corsa a perdifiato stile Tardelli al Mundial '82.
"Ho fatto un goal bellissimo, lo aspettavo da una vita e farlo con questa maglia è stato come vedere avverarsi un sogno. Da 21 anni tifo Juve, un'emozione unica. La traiettoria sembrava lentissima, il tiro non arrivava mai, quando la palla è entrata sono esploso di gioia".
Il cammino per coronare questo sogno però è stato lungo e tortuoso. Dopo l'esperienza con la Juventus Under 23, con cui conquista anche la Coppa Italia di Serie C, Fagioli (che intanto riceve anche l'investitura di un certo Miralem Pjanic) finalmente riesce a debuttare in Prima squadra nel febbraio 2021 contro il Crotone.
"Emozionante. Una data che mi sono fatto tatuare. Era un momento che aspettavo da una vita, perché della Juve sono anche tifoso. Eravamo già sul 3-0 e ho preso fiducia subito: peccato che si giocasse a porte chiuse".
Mentre la prima da titolare arriva in Coppa Italia proprio contro la SPAL. A lanciarlo è Andrea Pirlo, subentrato al posto di Allegri e di cui per molti Nicolò potrebbe prendere il posto in mezzo al campo. Nato come trequartista, infatti, Fagioli ha progressivamente abbassato il suo raggio d'azione reinventandosi regista o mezzala, ruolo in cui viene attualmente utilizzato dallo stesso Allegri.
"Ho giocato da esterno, seconda punta, trequartista, mezzala, play. In futuro mi vedo davanti alla difesa, dove mi trovo bene e riesco a esprimermi meglio toccando tanti palloni. Ma so far bene anche da mezzala".
Prima del rientro alla base però la Juventus nell'estate 2021 preferisce girarlo in prestito alla Cremonese, ovvero dove tutto era iniziato e dove Fagioli si conquista la Serie A sul campo: 33 presenze, tre gol e 7 assist. Abbastanza per convincere i bianconeri che decidono di riportarlo a casa e tenerlo nella rosa a disposizione di Allegri.
Nelle prime undici giornate del campionato 2022/23 gioca appena 39', tanto che qualcuno ipotizza una possibile cessione in prestito durante il mercato di gennaio, almeno fino alla notte di Lecce quando Fagioli ricorda di essere stato un 'numero 10' e fa il Del Piero.
Da quel momento, infatti, Nicolò non esce più dal campo o quasi restando per tutta la gara in panchina solo a Napoli e non partecipando alla disfatta bianconera.
Nella stessa stagione, dopo essere stato convocato dal CT Roberto Mancini per uno stage a gennaio 2022, per Fagioli arriva anche il debutto con la Nazionale maggiore a Tirana contro l'Albania.
"Mi ha mandato un messaggio un amico, pensavo a uno scherzo. L’azzurro è il massimo, ho fatto tutte le Under e quella maglia è stupenda. Come quella della Juve, sono tifoso".
L'ulteriore riconoscimento di un percorso di crescita che a 22 anni può ormai dirsi completato. Il 'ragazzo che è un piacere vedere giocare a calcio' è diventato uomo.