Eroe a Montpellier e a Roma, comparsa a Lione: la strana carriera di Mapou Yanga-Mbiwa

Yanga Mbiwa Roma Lazio
Getty/GOAL
Campione di Francia con il Montpellier, il difensore è passato anche in Serie A grazie alla Roma. Per lui un goal decisivo contro la Lazio nel 2015.

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Si può essere eroi, anche solo per un giorno. Un concetto che ha trovato in David Bowie il suo profeta sul piano musicale, mentre nel calcio ha avuto e continua ad avere più interpreti.

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Il protagonista di questo racconto si chiama Mapou Yanga-Mbiwa ed è nato il 15 maggio del 1989 a Bangui, nella Repubblica Centrafricana.

Crescere in un Paese dove la povertà è la regola e in cui i golpe militari sono cadenzati a ritmi annuali è tutt'altro che facile, per questo la famiglia Yanga-Mbiwa parte alla ricerca di miglior fortuna con un biglietto direzione Europa.

A 8 anni Mapou con bagaglio al seguito si trasferisce a Port-De-Bouc, cittadina marittima nel sud della Francia.

Risolvere i compiti di matematica è un fastidio ben più piacevole da affrontare rispetto alla possibilità di ritrovarsi in mezzo a un conflitto a fuoco nel corso dell'ennesimo assalto militare al palazzo presidenziale centrafricano, per questo il giovane Mapou riesce a conciliare gli impegni scolastici con lo sport.

In particolare mostra una certa confidenza con il pallone tra i piedi, spiccando per via di una certa stazza che lo rende ben distinguibile tra i suoi pari età.

Ecco dunque che a 16 anni Yanga-Mbiwa entra nelle giovanili del Montpellier, squadra più rappresentativa della regione del Languedoc-Roussillon.

Non è un buon periodo per la formazione in maglia blu e arancio, che milita nelle parti mediane della Ligue 2 e non sembra potersi spingere oltre.

Nel suo biennio con la Primavera , Mapou si mette in mostra come uno dei talenti emergenti più interessanti del vivaio, trovando anche la soddisfazione dell'esordio tra i professionisti prima della promozione in Prima squadra.

Il centrale diventa il punto di riferimento della difesa bluarancio nelle due stagioni successive, con quella 2008/2009 che culmina con il ritorno in Ligue 1 ritrovata dopo cinque anni.

Un'ascesa costante, che lo porta anche nel giro della nazionale francese Under 21. Ma è René Gillard, allenatore scelto dal Montpellier per la prima esperienza nella prima divisione dopo un lustro, che Yanga-Mbiwa trova la consacrazione.

Il tecnico di Vauvert ha il grande merito di allestire, in soli due anni, una squadra in grado di andarsi a prendere il suo primo storico titolo francese, vincendo a sorpresa la Ligue 1 davanti al PSG di Ancelotti e le ingenti finanze qatariote.

Normale dunque che gli elementi di quella formazione in grado di compiere l'impresa, in cui oltre a quello di Yanga-Mbiwa spiccano nomi come Olivier Giroud e Benjamin Stambouli, inizino ad attirare le attenzioni delle altre squadre europee.

Nell'estate successiva ai festeggiamenti, Mapou decide di cambiare aria e andarsi a confrontare con la Premier League. Il Newcastle lo mette sotto contratto dopo aver dato autorizzazione a un bonifico da 8 milioni con il Montpellier come beneficiario.

L'esperienza in Inghilterra però si rivela molto più difficile del previsto per il centrale ormai naturalizzato francese.

Pur giocando titolare per quasi tutta la stagione, totalizzando quasi 50 partite in due anni tra campionato e coppe, il feeling con il mister Alan Pardew non scatta.

I magpies gli fanno capire che tra lui e il tecnico la scelta pende a favore del secondo. Dalle parti di Roma, dove si cerca un difensore per completare il reparto composto da Kostas Manolas, Leandro Castan e Davide Astori.

Il ds giallorosso Walter Sabatini fiuta l'affare e lo porta nella capitale proprio a pochi minuti dalla campana che sancisce la fine del calciomercato.

Così, il 31 agosto 2014 Yanga-Mbiwa passa alla Roma in prestito con obbligo di 5,5 milioni di riscatto legato alle presenze.

Ai nastri di partenza dovrebbe quindi essere il quarto difensore, ma una serie di circostanze lo portano a diventare la prima scelta di Garcia per affiancare Manolas.

Il compianto Astori infatti non riesce a mantenere il rendimento costante che ci si aspettava da lui al momento del suo ingaggio, mentre Castan è costretto a un lungo stop per via di un cavernoma al cervelletto che ne ridimensiona le potenzialità della carriera.

Lo stesso rendimento di Yanga-Mbiwa è tutt'altro che da applausi, ma il francese mostra un grande senso di abnegazione e sacrificio per la causa.

A mantenere la titolarità lo aiuta lo stesso Sabatini, che nella finestra di trasferimenti invernale porta alla corte di Rudi Garcia l'argentino Nicolas Spolli (una presenza in giallorosso, un calcio di rigore contro procurato per un fallo decisamente evitabile nell'ultima gara di campionato all'Olimpico contro il Palermo).

L'ultima parte di campionato di quella Roma, che l'anno prima con l'allenatore francese ha totalizzato il record di punti (85) pur chiudendo al secondo posto in classifica dietro alla Juventus, è caratterizzata da grandi difficoltà.

L'accesso alla Champions League, conditio sine qua non dalle parti di Trigoria per mantenere un certo equilibrio finanziario, viene messo a serio repentaglio da una frenata considerevole della formazione giallorossa.

In tutto il girone di ritorno, la Roma totalizza solo sei vittorie in 17 partite giocate, mentre dall'altra parte del Tevere la Lazio di Stefano Pioli si rende protagonista di una cavalcata inaspettata che la porta a ridosso del secondo posto occupato proprio dai giallorossi.

Si arriva al 25 maggio, data della penultima giornata che da calendario prevede il derby. Una partita che oltre alla consueta supremazia cittadina stavolta mette in palio un posto diretto in Champions League.

La squadra di Pioli vede la possibilità di far fallire definitivamente il campionato dei rivali e tornare finalmente in Champions League dopo 8 anni di assenza.

La partita, spostata al lunedì tra le polemiche per far recuperare energie alla Lazio dopo il ko con la Juventus in finale di Coppa Italia, è bloccata e nervosissima.

Si arriva a 5 minuti dal termine sul risultato di 1-1, con Djordjevic che risponde all'iniziale vantaggio romanista siglato da Juan Manuel Iturbe.

Ed è qui che Mapou Yanga-Mbiwa viene insignito del premio eroe per un giorno. Il centrale tocca di testa un cross su punizione di Pjanic, battendo Marchetti e siglando la rete che regala 3 punti e il secondo posto matematico alla Roma.

Un goal reso ancora più speciale dal fatto che il difensore non segnava una rete in una gara ufficiale da 1131 giorni.

La rete con la quale ottiene un ingresso honoris causa nel salone degli "eroi del derby" non basta a far sì che Yanga-Mbiwa rimanga nella capitale.

In estate arriva un'offerta di circa 10 milioni del Lione, con Sabatini suo malgrado costretto ad accettare e comunicare al ragazzo la sua decisione.

"Non ho mai sofferto così sotto lo sguardo di un calciatore - racconterà una volta - non ha più parlato, ha sbarrato gli occhi per 10 minuti e poi se n’è andato. Quei 10 minuti mi hanno ucciso".

Il ritorno in Francia è inizialmente positivo, ma poi il suo rendimento entra in una spirale discendente senza possibilità di risalita. Dopo due anni da titolare, Yanga-Mbiwa rimane intrappolato in una prigione dorata, ostaggio di un ingaggio troppo alto e assolutamente ingiustificato rispetto alla sua resa in campo.

L'ultima partita giocata a livello ufficiale dal centrale difensivo risale al 29 novembre 2017. Dopo di che un paio di apparizioni con la squadra B, fino alla scadenza del suo contratto.

A 34 anni, Yanga-Mbiwa è attualmente svincolato alla ricerca di una squadra per chiudere al meglio una carriera che gli ha regalato tante soddisfazioni, ma anche tanti momenti di oblio.

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