Maresca presenta la rivoluzione del fuorigioco: "Ok se una parte è in linea con l'ultimo difensore"
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Con l'introduzione della tecnologia del calcio, sviluppata di anno in anno, si è cercato gradualmente di eliminare le polemiche che, però, continuano ad alimentare quotidianamente il calcio. Ed è inevitabile.
Le direzioni arbitrali, di gara in gara, hanno però ridotto gli errori: ed è una buona notizia, anche se l'approccio alle decisioni è cambiato.
A farlo notare l'arbitro Fabio Maresca che, intervenuto a "Il Mattino", ha parlato del rapporto della classe arbitrale con la tencologia.
"Ha semplificato la vita? Non credo che semplificato sia il termine giusto. Io direi, diverso. Abbiamo sempre la possibilità di correggere una decisione errata, è raro ormai che si possa inficiare con una nostra decisione il risultato finale di una partita. Poi, tutti noi tra andare al Var e sbagliare, preferiamo sempre andare al Var. È come avere una rete di protezione".
Focus anche sulla direzione intrapresa e relativa al fuorigioco, norma anch'essa soggetta a innovazione ed evoluzione continua.
"Non è cambiato nulla nell'interpretazione della regola: ciò che è cambiato grazie al SAO è la visione della virtualizzazione che viene mostrata allo spettatore che dimostra quanto millimetrico possa essere un fuorigioco sanzionato. Si sta sperimentando l'ipotesi secondo cui un giocatore possa essere considerato in gioco se una sola parte del corpo è in linea con il penultimo difensore. Questo cambierebbe radicalmente tutto".