La Scozia è il luogo di nascita del calcio femminile?

Kim Little Scotland Women
La terra delle highlands è forse il posto in cui il calcio femminile è nato, con buona pace dei rivali dell'iInghilterra.

La prime attestazioni di donne che praticavano uno sport con il pallone, calciandolo con i piedi, arrivano dalla Scozia e risalgono addirittura al 1628.

Lo sviluppo del gioco però, al pari della variante maschile, arrivò tra fine 800 e inizio 900. La prima partita femminile al mondo si giocò nel maggio del 1881 tra Scozia e Inghilterra, con la vittoria delle padrone di casa per 3-0 e con Lily St.Clair autrice del primo goal della storia del calcio femminile.

In generale, a quel tempo lo sport femminile era fortemente disincentivato, addirittura era ritenuto dannoso per le donne.

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Eppure, nonostante un gruppo di medici ne avesse chiesto la cancellazione nel 1894, il calcio femminile ha continuato a prosperare in Scozia, complice anche il fatto che durante la prima guerra mondiale gli uomini erano al fronte. Nel 1918 uno Scozia-Inghilterra si giocò a Celtic Park davanti a ben 15mila spettatori.

Mentre in Scozia si continuava a giocare, almeno fino al 1949, in Inghilterra il calcio femminile fu bandito dal 1921 al 1971.

Nel secondo dopoguerra dunque, le donne scozzesi hanno trovato molte difficoltà, ma sono comunque riuscite a giocare, mischiandosi con i ragazzi, tagliando i capelli, cambiando i nomi nelle distinte gara e spesso pagando pene salatissime, come quando Rose Reilly cambiò il suo nome in Ross sui documenti per poter giocare con gli uomini, ma fu espulsa da scuola per questo.

La stessa Reilly, nel 1971 alzò la prima coppa di Scozia femminile della storia e fece il treble nel 1972.

Solo in quel periodo infatti, la UEFA capì che il calcio femminile non andava combattuto, anzi incoraggiato. Eppure, ironia della sorte, solo la Scozia si oppose all'apertura della disciplina e mantenne il divieto fino al 1974, quando dovette revocarlo per via di una legge che rimuoveva le discriminazioni di genere.

Come ha fatto dunque Reilly a vincere nonostante il calcio non fosse riconosciuto dalla federazione scozzese?

Beh, semplicemente perché le ragazze, animate da una passione e una forza d'animo mai viste prima, crearono una lega non riconosciuta, continuarono a far disputare i campionati e ad assegnare premi.

Inoltre misero su anche una nazionale, sempre non riconosciuta. Cosa che mandò su tutte le furie la SFA, che quando finalmente fu costretta a riconoscere il calcio femminile, radiò a vita dalle competizioni Reilly, Edna Nellies ed Elsie Cook.

Grazie a un'intervista al Daily Record la sua storia ottenne fama internazionale e la giocatrice Rose Reilly venne a giocare in Italia, al Milan.

Lì ottenne una carta d'identità italiana, che gli permise di giocare con la nazionale azzurra. Nel 1983 si scoprì che il documento non riconosceva la cittadinanza, quindi non aveva diritto a giocare con la nazionale, ma la FIGCF ufficializzò le presenze, a patto che Reilly rinnovasse il permesso di soggiorno ogni anno.

In Italia vinse 9 Scudetti: due col Milan, uno con il Jolly Catania tre con l'Alaska Lecce e tre con il Trani. Vinse anche cinque volte la Coppa Italia, ma, soprattutto, vinse il Mundialito del 1984 con la nazionale, con cui segnò 6 goal in 14 presenze.

Oggi la Scozia è una delle squadre più interessanti del panorama mondiale: anche se hanno mancato la qualificazione ai mondiali 2023, le ragazze della nazionale scozzese stanno crescendo di livello e chiedono che ci siano adeguamenti salariali che gli permettano di giocare a calcio dignitosamente.

Anche per rendere merito alle donne che fin dal 1628 hanno lottato per avere un riconoscimento.

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