L'Inter e l'altro Djorkaeff: quando la mela cade lontano dall'albero

Micha Djorkaeff
Getty/Goal
Fratello d'arte, ma senza arte. Micha Djorkaeff è arrivato all'Inter ed è finito al Fiorenzuola, senza mai mettere piede in campo in Italia.

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Si dice che la mela non caschi mai lontano dall'albero, ma nel caso di Micha Djorkaeff, la mela è caduta rotolando parecchio distante dal suo albero genealogico, che lo ha visto succedere al padre Jean e al fratello Youri, due che nel calcio hanno lasciato il segno, senza ombra di dubbio.

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Normalmente che un figlio d'arte sia all'altezza o addirittura meglio del padre è parecchio difficile. Ci sono stati rari casi, tra cui quello di Youri Djorkaeff, che ha raccolto l'eredità del padre Jean vincendo tutto con la nazionale francese e diventando uno dei campionissimi nella storia dell'Inter, con i tifosi nerazzurri (e non solo) che non dimenticheranno mai la sua assurda rovesciata contro la Roma nel gennaio 1997.

Totalmente da dimenticare è stato invece quello che è successo qualche mese prima. La stagione doveva ancora iniziare e l'Inter, con un atto di grande rispetto e bontà, ha deciso di prendere in prova Micha Djorkaeff, fratello minore di Youri, che fino a quel momento aveva giocato nelle serie minori francesi senza far stropicciare gli occhi a nessuno. Ma l'Inter non se la sentiva di deludere Youri. Era stato lui stesso a chiedere alla dirigenza di dare una chance al fratellino. E allora, nell'estate del 1996, Micha Djorkaeff veniva effettivamente aggregato alla prima squadra nerazzurra per la tournée ad Hong Kong.

Nonostante un goal segnato nell'8-0 rifilato dall'Inter a una rappresentativa locale, 'stranamente' Micha non è riuscito a convincere i dirigenti ad offrirgli un contratto. E la cosa si è ripetuta, più in piccolo, alla Fidelis Andria. La squadra pugliese si stava preparando ad affrontare il campionato di Serie B, ma ha deciso che avrebbe potuto farlo anche senza di lui. Il terzo tentativo, però, si è rivelato quello buono: Micha Djorkaeff ha strappato un contratto con il Fiorenzuola in Serie C1. In panchina c'era Alberto Cavasin, mentre in attacco scalpitava un giovanissimo Luca Toni. Sembrava la squadra giusta per iniziare una carriera in Italia, ma quella carriera, di fatto, non è mai iniziata. Zero presenze, qualche panchina e tante tribune. L'esperienza italiana di Micha Djorkaeff si è dunque conclusa così, senza mai mettere piede in campo in gare ufficiali.

Tuttavia, questa esperienza non ha insegnato nulla a lui e al fratellone Youri, che qualche anno dopo ci ha riprovato al Kaiserslautern. Stessa modalità e stesso risultato. Micha è arrivato in Germania da raccomandato e se n'è andato nonostante la raccomandazione dopo poco più di un anno. Ma almeno in questa occasione è riuscito a ritagliarsi un ruolo da pseudo-protagonista nelle serie minori con la squadra riserve, segnando 7 goal in 28 presenze.

Dopo di che, a eccezione del Luton Town (dove ovviamente non è mai sceso in campo), il suo percorso da calciatore si è districato tra una squadra improbabile e l'altra prima di arrivare al capolinea nel 2012. Oggi però, a differenza del più famoso fratello, è rimasto presente attivamente nel mondo del calcio come dirigente del La Ciotat in Francia. E chissà se un giorno sarà Youri a chiedergli una raccomandazione...

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