Josef Martinez, da meteora in Serie A a Messi: a Miami farà coppia con la Pulga

Josef Martinez MessiGetty Images
"Josef Martinez è un grande squalo bianco che si nasconde dietro le sue zampette da orsacchiotto" (Greg Garza, ex difensore dell'Atlanta United).

Purtroppo per loro, i tifosi del Torino hanno conosciuto soltanto la seconda versione di Josef Martinez, attaccante sbarcato in Italia tra mille speranze e proclami: il meglio di sé, l'attaccante dal ciuffo biondo ossigenato lo sta dando oltreoceano, prima con la maglia dell'Atlanta United e poi con quella dell'Inter Miami, la sua attuale squadra. E, tra non molto, anche quella di Leo Messi.

Due stagioni e mezza in granata per il classe 1993, all'epoca definito troppo acerbo per le responsabilità derivanti dal giocare in un calcio colmo di pressioni come quello italiano: forse non è un caso se alcune delle migliori prestazioni si siano concretizzate al di fuori dei confini nazionali, nell'Europa League 2014/2015: sua la doppietta sul campo del Copenhagen, utile per consentire al Torino il passaggio ai sedicesimi di finale, in un cammino interrottosi agli ottavi per mano dello Zenit San Pietroburgo dopo l'impresa del 'San Mames' contro l'Athletic Bilbao.

Il Torino in questione è quello di Gian Piero Ventura, sempre pronto a spendere una buona parola per nascondere sotto al tappeto la polvere rappresentata dall'inesperienza di Martinez, il cui impatto con il nostro calcio è tutt'altro che positivo: i numeri realizzativi offerti in Svizzera - in particolare al Thun, dove segna 8 reti in appena metà campionato - diventano una chimera in Italia, complice l'innalzamento del livello tecnico di difensori più portati a mordere le caviglie e a non farsi scrupoli negli interventi.

I 3 milioni di euro elargiti nelle casse dello Young Boys, club proprietario del cartellino, non sono una cifra clamorosamente alta, ma neppure pochi per un completo sconosciuto che fino a quel momento ha ancora tutto da dimostrare: i granata gli fanno firmare un quadriennale, a dimostrazione della volontà di puntarci su nell'immediato presente e, soprattutto, nel futuro.

"Per me è un grande piacere essere qui - le parole di Martinez nella conferenza stampa di presentazione -. Sono emozionato, soprattutto dopo aver visitato Superga. Mi sono informato, so già tutto sulla storia del Grande Torino. Mi è stata accordata la fiducia, spero di ricambiarla. Non c'è una posizione preferita, posso giocare ovunque: sono a disposizione di mister Ventura, ne parlerò insieme a lui. Del Torino mi ha colpito il calore del pubblico durante le partite casalinghe, non vedo l'ora di esordire per poter provare in prima persona queste emozioni. Sono uno dei pochi venezuelani della Serie A, per me questo è un motivo di grande orgoglio".

L'immersione immediata nella storia e nei trionfi del Grande Torino di Valentino Mazzola non basterà, però, per rispettare le attese, tanto che per il primo goal in Serie A bisognerà aspettare addirittura fino al 6 dicembre 2014, giorno del pirotecnico 2-2 tra i granata e il Palermo: Martinez sigla il momentaneo 1-1, stoppando di petto un pallone servitogli da Moretti prima di girarlo in porta con un movimento da attaccante navigato. In totale saranno 7 le marcature di quella stagione, seguite dalle 4 dell'annata successiva e dalle 2 dei primi sei mesi della 2016/2017: è a febbraio che la carriera di Martinez assume connotati diversi e più vicini alle premesse positive degli inizi.

La svolta è individuata nel trasferimento in prestito con obbligo di riscatto all'Atlanta United, franchigia all'esordio in MLS: l'impatto con la nuova realtà è talmente eccezionale che il club - allora allenato da Gerardo Martino - anticipa i tempi del riscatto versando i 4,5 milioni di euro pattuiti col Torino dopo appena un mese e mezzo, senza aspettare la fine della stagione. Decisione più che mai giustificata dalle 20 reti in 22 gare al primo anno con i rossoneri, che proiettano Martinez verso un Olimpo fino a quel momento soltanto immaginato.

Il meglio, infatti, deve ancora arrivare e, puntuale, si presenta poco più tardi con annessi onori e record in serie battuti: il 2018 è l'anno di grazia per Martinez che, grazie ai 28 goal nella prima fase del campionato, diventa il giocatore più prolifico in una singola stagione regolare di MLS, peraltro vinta nella finalissima contro i Portland Timbers grazie ad un 2-0 che porta anche il suo timbro. Alla fine saranno addirittura 35 i sigilli personali con la soddisfazione, in estate, di essere nominato MVP dell'amichevole tra una selezione dei migliori calciatori di MLS e la Juventus, vittoriosa soltanto ai calci di rigore dopo l'1-1 dei tempi regolamentari.

Martinez resta in campo solo 32 minuti prima di essere sostituito da Sebastian Giovinco, ma questo non è affatto un problema: suo, al 26', il goal del pareggio in risposta all'iniziale vantaggio bianconero firmato da Andrea Favilli, quasi una sorta di rivincita nei confronti di un calcio che non ha avuto la pazienza di attendere la sua esplosione.

Martinez è in uno stato di onnipotenza, una vera e propria star in un mondo patinato che ne celebra le gesta: la media viaggia all'incredibile ritmo di un goal a incontro, quella faccia da bravo ragazzo diventa in breve tempo la copertina dello slogan di un campionato spesso snobbato ma in perenne crescita, sia dal punto di vista tecnico che economico. Certo, l'atteggiamento ben più 'allegro' delle difese aiuta, ma l'efferatezza calcistica di Martinez contribuisce a mettere in secondo piano le mancanze di un movimento ancora agli albori.

Di difetti, almeno all'apparenza, Martinez non ne ha nemmeno uno: agli occhi dei tifosi dell'Atlanta United è la punta perfetta, ancor di più rispetto, ad esempio, all'iconico David Villa, anch'egli autore di goal a grappoli con la maglia del New York City. L'ex Torino è sinonimo di freddezza, di presenza fissa nei momenti che contano di più: anche la U.S. Open Cup e la Campeones Cup (vinte entrambe nel 2019) recano la sua firma, con reti decisive entrate di diritto nell'ancor giovane storia della società dello stato della Georgia.

Una storia rinvigorita da un altro record, uno dei tanti stabiliti da Martinez, capace di andare a segno per 15 partite consecutive in MLS, di cui è il giocatore con più triplette (6) all'attivo. E' quasi inutile sottolineare come la sua vena realizzativa abbia scavato un solco tra sé e qualunque altro abbia vestito la maglia dell'Atlanta United: a parlare sono i primati nelle varie classifiche, tra cui quella dei migliori marcatori del club che lo vede al primo posto a quota 104 reti in 137 apparizioni, senza dimenticare l'inserimento nella Top XI del campionato a stelle e strisce per tre volte consecutive dal 2017 al 2019 e, ovviamente, il premio di MVP assoluto nella straordinaria annata conclusa col trionfo rossonero.

Nemmeno la rottura del legamento crociato, momento più basso dell'avventura statunitense e determinante per saltare l'intera stagione 2020, ha scalfito l'ambizione del bomber nativo di Valencia, tornato a far tremare le difese avversarie come se nulla fosse.

Meno positiva, almeno fino a questo momento, si è rivelata l'esperienza a Miami. L'Inter lo ha acquistato dall'Atlanta United a gennaio per rimpiazzare Gonzalo Higuain, ritiratosi dal calcio, ma ha avuto in dote appena 3 reti in un avvio di campionato complicatissimo, che vede la squadra ancora all'ultimo posto della Eastern Conference dopo la cacciata di Phil Neville.

Messi troverà Martinez e troverà Leonardo Campana, ecuadoriano di 22 anni, l'altro centravanti della rosa dell'Inter Miami. L'ex torinista si è ritrovato spesso in ballottaggio con il compagno. L'arrivo del campione del mondo rinvigorirà ancora di più, se possibile, la corsa a una maglia.