Johan Neeskens, luogotenente di Cruijff e simbolo del calcio totale

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"Non esiste un Cruijff senza di lui": la storia e la carriera di Johan Neeskens, "l'altro Johan" massimo rappresentante del calcio totale.

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"Non esiste un Cruijff senza un Neeskens" - Rinus Michels

Per molti era 'l'altro Johan' o, ai tempi del Barcellona, 'Johan Segundo'. Se Cruijff era 'Il Profeta del goal', Neeskens era sicuramente il discepolo preferito del campionissimo, se Cruijff è stato il grande condottiero di Ajax, Olanda e Barcellona, Neeskens può essere a ragione considerato il suo fido luogotenente.

Giocatore universale, capace di offendere e difendere, ha rappresentato più di tutti gli altri quella rivoluzione del gioco che non prevede ruoli e posizioni fisse, ma un dinamismo continuo e posizioni adattate alle situazioni: il cosiddetto 'calcio totale'.

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DAL BASEBALL AL CALCIO

Nato a Heemstede, cittadina sulle rive del fiume Spaarne, nel nord dell’Olanda, il 15 settembre 1951, Neeskens fin da piccolo mostra grande attitudine per lo sport. Fisico asciutto fin da ragazzo, nella sua scuola media diventa famoso per eccellere in qualsiasi disciplina sportiva.

Brilla in particolare nel baseball, venendo persino aggregato alla Nazionale giovanile olandese, con cui partecipa ad un'edizione dei Campionati europei di categoria. Le sue qualità portano persino alcuni club professionistici statunitensi ad interessarsi a lui.

Ma la storia Johan è destinato a farla in un altro sport, il calcio, disciplina in cui si sente maggiormente a suo agio e alla quale decide di dedicarsi totalmente. I primi passi gli compie nel Settore giovanile del Racing Club Heemstede, la squadra della sua città.

Occhi verdi, capelli biondi e lunghi come lunghe sono anche le basette, dimostra fin da subito quella che sarà una costante del suo percorso calcistico: il ragazzo ha grinta da vendere e non molla mai. Così si guadagna presto il soprannome di 'De leeuw', 'Il Leone'.

È utilizzato da terzino destro e sa fare bene entrambe le fasi di gioco: spesso è chiamato a controllare il giocatore più forte degli avversari, ma quando ha spazio si lancia nell'azione offensiva, dimostrando di essere già avanti rispetto al calcio statico e compassato degli anni Sessanta.

Nel 1968 approda in Prima squadra, che milita nell'Eerste Divisie, la Serie B olandese. Ci resta due stagioni, collezionando 68 presenze e un goal in campionato. Di fatto però è ai confini del professionismo: la squadra fa allenamenti serali tre volte la settimana e gioca un calcio di livello modesto.

L'AJAX E LA TRASFORMAZIONE IN 'GIOCATORE TOTALE'

A cambiar tutto sarà il suo approdo all'Ajax nel 1970. I 'Lancieri' sono reduci dall'ennesimo 'Double' in patria, avendo vinto il 14° Scudetto olandese della sua storia a spese del Feyenoord, ed essendosi aggiudicato la 5ª Coppa d'Olanda grazie al successo in finale sul PSV Eindhoven, ma al tecnico Rinus Michels manca una pedina che consenta alla squadra di dominare anche in Europa.

Nelle Coppe infatti, il progetto Ajax fatica a imporsi, e dopo la finale di Coppa dei Campioni persa con il Milan nel 1969, gli olandesi erano stati battuti l'anno seguente dall'Arsenal nelle semifinali di Coppa delle Fiere. Su consiglio di Arie van Eijden, suo ex giocatore che aveva chiuso al Racing Club Heemstede la carriera, quel giocatore viene individuato proprio in Johan Neeskens.

Longilineo, lunghe leve, con grandi mezzi atletici, ad Amsterdam inizia come terzino destro per diventare un mediano-incontrista e trasformarsi in tuttocampista, in grado di ricoprire praticamente qualsiasi posizione in mezzo al campo e di sfuggire a qualsiasi definizione consueta utilizzata per altri giocatori: alla grinta e alla cattiveria agonistica abbina infatti buone doti tecniche, abilità nel cross e negli inserimenti offensivi, freddezza sotto porta e nei calci di rigore, di cui diventa uno specialista.

"Da terzino ho imparato l’importanza del cambiare ritmo - dirà -. È importante tanto per gli attaccanti, soprattutto per i trequartisti, quanto per i terzini. Non conta tanto la velocità assoluta, quanto la rapidità con cui si scala le marce. Conta di più passare rapidamente da 1 a 6, piuttosto che andare sempre a 10. Questo lo sapevo anche prima d’incontrare Cruijff".

Nello scacchiere tattico di Michels, è colui che è designato a coprire le spalle al grande campione Johan Cruijff, che di lui si fida ciecamente, ma non è raro che nel continuo movimento previsto dal calcio totale, Neeskens si trasformi poi nel finalizzatore della manovra e finisca per diventare un'attaccante e giocare davanti al numero 14.

Ajax 1971

Di certo con lui accanto a Cruijff nasce il 'grande Ajax' capace di cambiare il calcio come era stato inteso fino a quel momento. Non è un caso che con Neeskens in squadra al fianco di Cruijff, dal 1970 al 1974, l'Ajax vinca 3 Coppe dei Campioni consecutive, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa europea, 2 campionati olandesi e 2 Coppe d'Olanda. Il suo calcio dinamico e di continui scambi di posizione farà scuola e sarà invidiato e copiato in tutto il Mondo.

Gli anni in biancorosso saranno anche i migliori sul piano personale per Neeskens, che totalizzerà complessivamente 39 goal in 171 presenze e verrà costantemente inserito nella top11 del massimo torneo continentale. Inizialmente da difensore, poi come centrocampista. Quando Cruijff si trasferisce al Barcellona nel 1973, si adatta alla grande anche a fare il trequartista (14 goal e 9 assist in 31 gare di Eredivie per lui nel 1973/74, massimo bottino personale).

"È stato il primo, vero giocatore box-to-box - dirà di lui il suo compagno di squadra Sjaak Swart -, non l’ho mai visto stare per terra per più di 3 secondi".

A fare le spese dello strapotere tecnico e fisico dell'Ajax sono spesso anche le squadre italiane: i Lancieri battono 2-0 l'Inter nella finale di Coppa dei Campioni 1971/72, 1-0 la Juventus l'anno seguente e distruggono il Milan nella Supercoppa europea 1973, travolgendo i rossoneri 6-0 al De Meer dopo aver perso di misura 1-0 la gara di andata a San Siro. Alla goleada contro il Diavolo partecipa anche Neeskens, autore di una delle sei reti.

Johan Neeskens - FC Barcelona

ALLA CONQUISTA DI BARCELLONA

Dopo i Mondiali in Germania Ovest, nel 1974 anche Neeskens, che in Catalogna diventa presto 'Johan Segundo', si trasferisce al Barcellona, per ricomporre in blaugrana la magica accoppiata con Cruijff. Accolto inizialmente con freddezza dai tifosi locali, visto che arriva per sostituire il peruviano Hugo Sotil, uno degli idoli del Camp Nou, ne diventa presto un beniamino grazie a quelle caratteristiche da combattente nato che lo avevano portato ai vertici del calcio mondiale.

L'ex Ajax si presenta con una doppietta al Malaga nella prima casalinga nella Liga, e nel Clasico di ritorno 'vendica' la sconfitta di misura del Bernabeu firmando la prima rete dei blaugrana nel successo casalingo per 2-1. Nonostante un centrocampo di livello altissimo, con due campioni come Cruijff e Neeskens, il Barcellona non riuscirà ad ottenere quei successi che tutti si aspettano.

Cruyff Neeskens Barcelona

Le due stelle olandesi vincono soltanto la Copa del Rey nel 1977/78. A questa, una volta partito Cruijff in Nordamerica, Neeskens aggiungerà anche la Coppa delle Coppe nell'anno seguente (4-3 in finale sui tedeschi occidentali del Fortuna Düsseldörf) prima di abbandonare anche lui il vecchio continente e seguire il suo amico campione nella NASL nordamericana e indossare la maglia dei Cosmos.

In 5 anni con la maglia blaugrana 'Johan Segundo' aveva totalizzato 44 goal in 183 partite. Per ritrovare due come lui e Cruijff in mezzo al campo, i catalani dovranno attendere decenni e l'affermazione di altri due campioni come Xavi e Iniesta.

West Germany Netherlands 1974 World Cup Final

L'OLANDA E LE DUE FINALI MONDIALI

Nell'immaginario collettivo degli amanti del calcio, però, il ricordo più bello di Neeskens resta legato alle imprese con la maglia arancione dell'Olanda. Il luogotenente di Cruijff debutta in Nazionale maggiore a 19 anni l'11 novembre 1970 contro la Germania Est nell'amichevole disputata a Dresda e vinta 1-0 dalla DDR, e difenderà i colori del suo Paese per ben 11 anni.

Il primo goal lo firma ad Atene nello 0-5 in amichevole con la Grecia il 16 febbraio 1972, mentre il primo novembre dello stesso anno realizza addirittura una tripletta nel roboante 9-0 di Rotterdam contro la Norvegia, valido per le qualificazioni Mondiali.

Assieme a Cruijff è protagonista della cosiddetta 'Arancia Meccanica', la squadra perfetta costruita da Rinus Michels per i Mondiali 1974, i suoi primi in carriera. L'Olanda di Cruijff e Neskens, che indossa non casualmente il numero 13, quello che precede il 14 del 'Profeta del Goal', demolisce Uruguay e Bulgaria al primo turno (doppietta di Neeskens su rigore), poi alza l'asticella e nel successivo girone schianta nell'ordine Argentina, Germania Est e Brasile.

Cruijff e Neeskens danno spettacolo e mostrano un saggio delle loro enormi qualità. 'Johan Segundo' si sblocca segnando il primo dei 2 goal della squadra arancione contro la DDR, poi con il Brasile campione del Mondo in carica è vera magia calcistica. Al 50' Cruijff crossa al centro dalla destra, Neeskens irrompe in spaccata e con un pallonetto beffardo infila Emerson Leão. Sarà poi proprio il campione con il numero 14 a chiudere i giochi con uno strepitoso goal al volo.

Johan Neeskens Ajax Best Ever Series

In finale c'è la Germania Ovest di Beckenbauer e Gerd Müller. L'Olanda parte a mille, mettendo a segno 16 passaggi consecutivi dopo il calcio d'inizio senza che gli avversari riescano a conquistare il pallone, prima che Vogts stenda Cruijff in area. È rigore, che Neeskens, quasi fosse una formalità, si incarica di trasformare e realizza con una botta centrale.

Sembra l'avvio di un trionfo scritto, invece la Germania Ovest sa imbrigliare il gioco olandese e dopo aver pareggiato i giochi con un calcio di rigore trasformato da Breitner al 25', trova 'di rapina' il goal della vittoria negli ultimi minuti del primo tempo.

'L'Arancia meccanica' si lancia all'attacco, ma non riuscirà a scardinare la retroguardia avversaria e la prima Coppa del Mondo (la Rimet era stata definitivamente assegnata al Brasile nel 1970) viene conquistata dalla Germania Occidentale. Neeskens può 'consolarsi' con i 5 goal che gli valgono il titolo di capocannoniere dell'Olanda in quell'edizione.

"Se avessimo vinto noi quella finale - ebbe a dire Cruijff - nessuno parlerebbe ancora oggi di quanto fossimo bravi e della perfezione del calcio che giocavamo".

Johan Neeskens Netherlands

Con l'Olanda orfana del suo campionissimo, 'Johan Segundo' dovrà fare da solo nell'edizione successiva del 1978. In Argentina l'Olanda elimina l'Italia di Bearzot nel gironde di semifinale e conquista ancora una volta la possibilità di trionfare nell'ultimo atto. Ma contro l'Argentina padrona di casa, dopo l'1-1 dei tempi regolamentari, nei supplementari, con non poche polemiche per le decisioni dell'arbitro italiano Segio Gonella, deve inchinarsi 3-1 all'Albiceleste.

Per Neeskens e Cruijff, del resto, non va meglio agli Europei del 1976 in Jugoslavia. Gli Arancioni escono inaspettatamente in semifinale, battuti dalla Cecoslovacchia di Panenka, che poi vincerà il trofeo.

Sul risultato di 1-1, proprio un'espulsione di Neeskens, che perde le staffe e commette un brutto fallo di reazione, facendo infuriare Cruijff, spalanca le porte alla vittoria cecoslovacca nei tempi supplementari, con gli olandesi che chiudono addirittura in 9 per via del secondo rosso estratto all'indirizzo di Van Hanegem al 115'.

L'ultima gara che il gemello di Cruijff gioca in Nazionale è la sfida decisiva per la Qualificazione a Spagna '82 contro la Francia di Platini a Parigi: il 18 novembre 1981 i goal di 'Le Roi' e Six impongono agli Arancioni una sconfitta amara, che segna un po' la fine di un'era. Neeskens chiude con un bilancio da attaccante, 17 goal in 49 presenze, ma con il rammarico di non esser riuscito a vincere niente in Nazionale.

GLI ULTIMI ANNI: DAI COSMOS ALLA SVIZZERA

Se Cruijff non si trova a New York e, dopo aver lasciato subito i Cosmos, gioca a Los Angeles e a Washington, Neeskens diventa una bandiera dei Mo's, nelle cui fila militano fra gli altri anche Beckenbauer, Carlos Alberto, il bomber Chinaglia e il belga Van Der Elst.

Nel 1980 con lui in squadra i Cosmos vincono 4° titolo Nazionale sconfiggendo nel Super Bowl i Fort Lauderdale Strikers per 3-0. Ma ormai, ancor prima di compiere i 30 anni, il fisico di 'Johan Segundo' è logoro come un motore di una bella auto che ha percorso tanti chilometri.

Dopo 6 stagioni, 17 goal in 94 presenze di campionato con la formazione newyorkese, l'olandese simbolo del calcio totale spende gli ultimi anni della sua carriera calcistica fra Olanda, ancora Stati Uniti e Svizzera. In patria disputa 7 partite con il Groningen nel 1984/85, poi, fallita la NASL, fa tappa nella nuova Lega statunitense, la USL, vincendo il titolo nel 1985 con il South Florida Sun, nuova denominazione dei Fort Lauderdale Strikers (1 presenza e un goal).

Fa anche un'esperienza nell'Indoor Soccer con la maglia dei Kansas City Comets (23 presenze e un goal). Nel 1986/87 passa alla formazione amatoriale dell'FC Löwenbrau, prima di tornare in Europa e giocare in Svizzera con l'FC Baar in Seconda divisione (23 presenze e 5 goal) e l'FC Zug. Dopo una presenza con quest'ultima squadra nel 1990/91, all'età di 39 anni appende definitivamente le scarpette al chiodo.

Il suo amico Cruijff lo ha sempre stimato, tanto che quando gli chiedevano la sua squadra ideale rispondeva sempre:

"1 portiere, 9 Johan Neeskens e un Cruijff davanti".

LA CARRIERA DA ALLENATORE

Colui che è stato uno dei grandissimi del calcio olandese, e che ha rappresentato l'emblema del calcio totale, non riuscirà ad avere una carriera da allenatore all'altezza di quella da calciatore.

Inizia la sua avventura in panchina subito dopo il ritiro in Svizzera, guidando Zug, Stäfa e Singen. Dal 1996 al 2000 ricopre la carica di vice Ct. dell'Olanda, prima facendo il secondo di Guus Hiddink, poi di Frank Rijkaard.

Nel 2000 e fino al 2004 allena il NEC, portandolo anche in Coppa UEFA, quindi ai Mondiali 2006 è il vice di Hiddink sulla panchina dell'Australia. Quindi per un biennio, dal 2006 al 2008, fa il vice Rijkaard al Barcellona. Nella stagione 2008/09 gli viene assegnata la panchina dell'Olanda B, mentre nel 2009/10 eccolo in Turchia per fare ancora il secondo di Rijkaard al Galatasaray.

Johan Neeskens, Barcelona

L'ultima apparizione in panchina, che dura pochi mesi, è un po' esotica, con i sudafricani del Mamelodi Sundowns, e si conclude nel dicembre 2012. Negli ultimi tempi è diventato un volto noto della tv, ricoprendo il ruolo di opinionista per l'emittente 'NOS Studio Voetbal'.

Nel 2004 Pelé ha inserito Neeskens nel FIFA 100, la lista dei 125 giocatori viventi al mondo di tutti i tempi. Rimasto sempre umile, a chi lo ricorda come uomo simbolo del 'Totaalvoetbal', di quella rivoluzione calcistica chiamata 'Calcio totale', il luogotenente di Cruijff replica sempre, con grande modestia:

"Ero solo un mediano che sapeva segnare".

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