Dalla vittoria al Festival ai calci ai fiori: il passato da calciatore di Blanco

Blanco Sanremo
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Cantante di fama mondiale e vincitore del Festival di Sanremo, Riccardo Fabbriconi giocava a calcio nel ruolo di difensore fino a tre anni fa.

Sembra una vita fa, ma sono passati poco più di tre anni. La vita di Riccardo Fabbriconi è completamente cambiata. Il classe 2003 di Calvagese, provincia di Brescia, ha svestito la divisa e appeso le scarpette al chiodo per inseguire un altro sogno, che lo ha portato nel giro di poco tempo a diventare una star di fama mondiale.

Da promettente difensore centrale, meno fisico e più bravo nella lettura delle situazioni di gioco, Riccardo è diventato Blanco, il nome d'arte che ha scelto nel campo della musica. Fabbriconi era 'Fabbro' fino a dicembre 2019, quando - dopo essere cresciuto nel settore giovanile della Feralpisalò - ha deciso di spostare alla Vighenzi per completare il percorso delle giovanili.

Riservato, dotato di ottimi piedi e con un futuro da calciatore. Quando maturò la decisione di lasciare il calcio, comunicata al suo allenatore, Fabbriconi era il capitano degli Allievi Regionali Élite della Vighenzi. Vittorio Sandrini ricorda l'episodio ai microfoni del 'Corriere della Sera':

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"Chiese un incontro a me, che ero il suo mister da un paio di anni, e al responsabile del settore giovanile, Alberto Locatelli. Ci disse che si era sempre trovato molto bene, che gli sarebbe dispiaciuto lasciarci, ma che aveva scelto la musica. Non ci credemmo fino in fondo, quando ce lo confidò. Sapevamo che cantava, alcune tracce si potevano trovare sul suo canale YouTube, di ritorno dalle trasferte in pullman i ragazzi intonavano spesso “Notti in bianco”. Ma non avevamo compreso quanto per lui la cosa fosse seria, tanto che insistemmo perché provasse a fare entrambe le cose. Inizialmente accettò, poi ci pensò la pandemia a rendere definitiva la sua decisione".

Una scelta che l'allenatore deve accettare a malincuore. Ma qualche mese più tardi quella canzone del Fabbro inizia a girare in radio:

"Pensavo fosse uno scherzo, invece sette mesi dopo mi sono ritrovato ad ascoltare un suo pezzo in radio: ero in macchina, stavo guidando verso Montichiari, quando su Radio Zeta passarono 'La canzone nostra'. Gli telefonai subito, colmo di emozione".

A due anni di distanza dalla decisione di lasciare il calcio e seguire il sogno di intraprendere la carriera musicale, Blanco ha duettato con Mahmood sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, trionfando con 'Brividi'.

"Una storia incredibile, penso che nemmeno lui potesse aspettarselo. Figuriamoci noi. L’importante è che abbia trovato il modo più congeniale per esprimere quello che ha dentro - aggiunge il suo ex allenatore Sandrini. Quello che fuori dal campo nascondeva, che in campo faceva intravedere, e che col microfono in mano sta mostrando a tutta Italia".

Anche la FeralpiSalò ha voluto mandare un messaggio al suo ex calciatore. Il club in cui Fabbriconi ha tirato i primi calci al pallone e ha inseguito la carriera da giocatore, ha inviato i complimenti al ragazzo attraverso un post pubblicato sui canali social.

"Che ‘Brividi’ vederti su quel palco… Forza Blanco".

Un anno più tardi, ritorna all'Ariston da campione in carica e da ospite, ma finisce al centro del dibattito per una delle scene destinate a far la storia del Festival: durante la sua esibizione dell'ultimo singolo, "L'Isola delle Rose" ha iniziato a scalciare i fiori sul palco, indignando la platea (e, ovviamente, i social).

"Non mi sentivo in cuffia, ma mi sono divertito lo stesso", ha spiegato tra i fischi.

Un episodio che ha acceso il tema dell'esempio del cantante. Succede. Appese le scarpette al chiodo, Blanco ora si gode il successo, al di là di tutto. A tre anni di distanza da quella decisione di lasciare il calcio per far emozionare con la sua musica il pubblico.

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