La serata magica del gregario Gatti: dalla gavetta al goal in Europa

Il difensore bianconero ha realizzato il goal vittoria nella sfida dei quarti di Europa League contro lo Sporting Lisbona. L'anno scorso era in B.

Basta soltanto saper aspettare. Il calcio offre più o meno a tutti la possibilità di avere il proprio momento di gloria, è solo una questione di tempismo.

Ecco, Federico Gatti ha finalmente avuto la sua serata magica. La aspettava da un po', ma alla fine è riuscito a prendersi la scena anche con la maglia della Juventus.

Il goal arrivato nei minuti finali della sfida d'andata dei quarti di Europa League contro lo Sporting Lisbona è arrivata come un premio all'interno di una stagione che ha vissuto alti e bassi, personali e di squadra.

Gatti ha pagato lo scotto del salto di categoria. Di lui si può dire tutto, tranne che non abbia fatto la gavetta. Basti pensare che lo scorso anno, di questi tempi, si giocava la zona play off in Serie B con il Frosinone.

Ancora prima, le annate in Serie C, D ed Eccellenza con le maglie di Pro Patria, Pavarolo e Verbania. Calcio di provincia, lontano dai riflettori. Tanta fatica e pochi riconoscimenti.

Certo il passaggio alla Juventus è stato già una prima grande certificazione per i suoi sacrifici, ma andare a prendersi un posto da titolare lì dove per anni hanno giganteggiato Bonucci, Barzagli e Chiellini era compito arduo anche per un difensore più esperto di lui.

Con il lavoro e i sacrifici il centrale classe 1998 ha convinto Massimiliano Allegri di poter essere una pedina importante nei suoi schemi offensivi. E il tecnico livornese è ben felice di potergli dare ragione.

"Gatti ha tanta energia e voglia, è una spugna, assorbe tutto e ha ancora margini di progresso".

Ma oltre alla titolarità, questa sera Gatti è riuscito anche a prendersi la scena decidendo un match europeo di quelli che iniziano a valere qualcosa.

Primo goal in bianconero, dedica al nonno e tanta emozione nel post partita. A che livello potrà arrivare in carriera è ancora tutto da scoprire.

Certo è che l'urlo dello Stadium alla sua marcatura e la ripetizione del suo cognome ben scandito in sillabe dagli spalti sono premi che ripagano dei tanti sacrifici fatti in carriera.

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