Fatih Terim, il mito dell'Imperatore che si è fermato in Italia

Fatih Terim Fiorentina
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In patria è considerato un mito, grazie ai successi con Galatasaray e Turchia, in Italia ha invece fallito: Fatih Terim, 'L'Imperatore'.

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Vulcanico, istintivo, anticonformista, a volte irascibile. Ma anche geniale nelle sue intuizioni, grande comunicatore e maestro di calcio. Fatih Terim, 70 anni,  è inconfutabilmente il più grande allenatore che il calcio turco abbia mai conosciuto.

Nato ad Adana il 4 settembre 1953, dopo una buona carriera da calciatore che lo vede diventare una bandiera del Galatasaray e indossare per 51 volte la divisa della Turchia, Terim decide di diventare allenatore. Nel suo nome, Fatih, che in turco signifa 'conquistatore', è scritto quello che sarà il suo destino.

La sua avventura in panchina parte nel 1987, quando l'Ankaragücü decide di dargli una possibilità. Passa quindi un anno al Göztepe, ma è nel 1990 che arriva la svolta per la sua carriera. Diventa infatti il vice del C.t. della Turchia Sepp Piontek.

Da qui la sua carriera sarà un continuo crescendo, una vera e propria scalata che lo porterà ad essere il tecnico turco più vincente della storia. Con un unico grande rammarico: l'aver fallito in Italia.

TRE EUROPEI CON LA TURCHIA

Terim inizia a lasciare la sua impronta sul calcio turco ed europeo nel 1993, quando, dopo un'esperienza triennale con la formazione Under 21, passa alla guida della Nazionale maggiore turca. Il nuovo C.t. lavora sulla preparazione atletica, sull'alimentazione e sulla psiche dei giocatori turchi e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il calcio turco cresce in quegli anni in maniera esponenziale e nel 1996 la Turchia conquista la prima qualificazione a una fase finale degli Europei, piazzandosi al 2° posto nel Gruppo 3 di qualificazione dietro alla Svizzera.

Con alcuni pilastri come il mitico portiere Rüştü, il difensore Alpay e il centravanti più forte di sempre del calcio turco, Hakan Sükur, la squadra di Terim è inserita nel Gruppo Gruppo D con la Croazia, la Danimarca e il Portogallo. Il girone è dominato dal Portogallo, che stacca il pass per i quarti assieme ai croati, mentre la Turchia conclude ultima con 0 punti. In fondo la vittoria era già esserci.

Tornato a fare l'allenatore di club, dopo aver vinto tanto con il Galatasaray, 'L'Imperatore', come viene soprannominato per la sua passione per Napoleone Bonaparte, di cui tiene in casa un ritratto, torna a guidare la Turchia una prima volta nell'estate 2005. Conclude al 2° posto il girone di Qualificazione ai Mondiali, ma poi perde lo spareggio decisivo contro con la Svizzera. Gli elvetici si impongono 2-0 in casa, ma cedono 4-2 in trasferta con tanto di rissa finale con gli animi surriscaldati dall'una e dall'altra parte.

Nonostante la Turchia non partecipi ai Mondiali in Germania, nel 2008 Terim porta la squadra, che conclude 2ª alle spalle della Grecia il girone eliminatorio, agli Europei in Austria. Il gioco è un mix fra grande agonismo e calcio offensivo, e grazie alla nuova generazione di calciatori turchi, arriva la qualificazione ai quarti di finale come 2ª nel Gruppo A, comunque a pari merito con il Portogallo capolista. Ai quarti Arda Turan e compagni si impongono 2-4 ai rigori, prendendosi la rivincita sulla Croazia, e si guadagnano il diritto di giocarsi addirittura la finalissima nella semifinale contro la Germania.

La formazione di Terim arriva tuttavia alla sfida decisiva con tante assenze fra squalifiche e infortuni, e i tedeschi hanno la meglio soltanto nel recupero, imponendosi 3-2 dopo aver sofferto per larga parte del match. In seguito ad un risultato storico per la Turchia, Terim è confermato alla sua guida con un contratto fino al 2012. Ma il cammino per i Mondiali 2010 è piuttosto tortuoso, e una brutta sconfitta rimediata dalla squadra contro il Belgio nell'ottobre 2009, induce 'L'Imperatore' a rassegnare le dimissioni.

Non sarà tuttavia l'ultima esperienza per lui come C.t. Recentemente, infatti, Terim è tornato a guidare la Turchia ad agosto 2013. Per la terza volta non consecutiva, 'L'Imperatore' è riuscito a qualificare la squadra agli Europei, stavolta all'edizione 2016. La Nazionale anatolica si piazza 3ª nel Gruppo A di qualificazione, in cui è preceduta da Repubblica Ceca e Islanda, e ottiene l'accesso alla fase finale. 

In Francia la Turchia finisce però 3ª nel girone di ferro con Croazia, Spagna e Repubblica Ceca, e saluta il torneo già ai gironi. Quel che è peggio per Terim, però, la squadra si dimostra allergica ai Mondiali. Mancata la qualificazione alle edizioni 2014 e 2018, decide così di lasciare il ruolo di C.t.

Fatih Terim Turkey ECQ 10102014

UNA VITA AL GALATASARAY

Se con la Turchia 'L'Imperatore' ha tagliato traguardi storici, pur non riuscendo a vincere nulla, è con il Galatasaray che il tecnico di Adana ha arricchito di trofei il suo palmarès personale. Dal 1996 al 2000 il tecnico diventa 'conquistatore' di fatto oltre che di nome. A Istanbul porta elementi di grande esperienza internazionale, come Gica Popescu e Gheorghe Hagi e il portiere brasiliano Claudio Taffarel, che completano una rosa che ha già una buona fisionomia e annovera elementi come Umit Davala, Okan Buruk, Emre Belozoglu, Hasan Sas e naturalmente ancora lui, Hakan Sukur, il vero terminale offensivo dei turchi.

Con questo gruppo 'L'Imperatore' fa incetta di titoli come se piovesse: vince 4 campionati turchi consecutivi, 2 Coppe di Turchia, 2 Supercoppe turche e, soprattutto, la Coppa UEFA 1999/00, che lo consegna di fatto alla leggenda e alla ribalta internazionale, dimostrando che le sue idee calcistiche possono essere vincenti anche al di fuori dei confini nazionali.

Il Galatasaray si guadagna il diritto di giocarsi la Coppa UEFA eliminando il Milan dalla Champions League, con una storica rimonta 3-2 al Nel cammino verso la finale di Copenaghen, il Galatasaray elimina il Bologna ai sedicesimi, il Monaco agli ottavi, il Maiorca ai quarti, il Leeds United in semifinale e l'Arsenal ai rigori nella finalissima, dopo uno storico discorso tenuto negli spogliatoi da Terim in camicia bianca e cravatta, concluso con un urlo finale, che carica i suoi prima di scendere in campo. Hagi perde la testa e viene espulso per una brutta reazione nei confronti di Tony Adams, ma i turchi stringono i denti e tengono lo 0-0 anche nei supplementari con Taffarel sugli scudi. Dal dischetto sono poi infallibili, mentre gli inglesi falliscono le esecuzioni con Suker e Vieira.

Dopo una parentesi di due anni in Italia, peraltro poco fortunata, torna a guidare i Leoni di Istanbul in altri 3 periodi. Il primo, dal 2002 al 2004, non vede grandi risultati e alla fine Terim rassegna le dimissioni nel marzo 2004 dopo un'eliminazione in Europa League ad opera del Villarreal, con il suo allievo Hagi a rimpiazzarlo. 

Nel secondo ritorno, che si realizza nel 2011 e lo vede invece nuovamente protagonista. Pur avendo una rosa di giocatori che non avevano mai giocato insieme prima, aggiunge al suo palmarés altri due titoli turchi e altre due Supercoppe turche, ottenendo pure il record di vittorie come tecnico del Galatasaray, Nell'aprile 2013 incappa però nel pugno duro della giustizia sportiva, che lo squalifica addirittura per 9 giornate dopo la sfida con il Mersin per insulti e caos contro l'arbitro.

L'ultima esperienza è anche la più recente e lo vede tornare sulla panchina dei Leoni nel 2017. Terim vince ancora un campionato, una Coppa di Turchia e una Supercoppa. Dopo il 6° posto dello scorso torneo che è valso la qualificazione all'Europa League, 'L'Imperatore' non è riuscito a rispettare quelle che erano le aspettative in campionato. Nonostante il primo posto nel girone di Europa League, davanti alla Lazio di Sarri, la 12° posizione in Super Lig turca dopo 20 giornate ha spinto il tecnico a risolvere il contratto, in comune accordo con la dirigenza del club turco.

Fatih Terim Fiorentina

I FALLIMENTI IN ITALIA

A conti fatti le esperienze maggiormente negative come allenatore per Terim sono state le due avventure italiane con Fiorentina e Milan. Almeno se si guarda ai due addii anticipati, perché comunque il tecnico turco ha saputo farsi amare dai tifosi, in particolare quelli viola, ma anche da quelli rossoneri, allorché ha inflitto all'Inter una dura sconfitta nel Derby.

A portare Terim in Serie A nell'estate del 2000 dopo la vittoria della Coppa UEFA con il Galatasaray è il presidente della Fiorentina Vittorio Cecchi Gori, che ha appena venduto Batistuta alla Roma e ha bisogno di un allenatore carismatico per scaldare una piazza ovviamente delusa per l'addio del suo campione.

"Terim l'abbiamo preso perché è capace di vincere anche senza campioni", dichiara il patron viola durante la presentazione del nuovo tecnico.

L'allenatore turco assume il ruolo di Direttore tecnico, con Antonio Di Gennaro al suo fianco nelle vesti di allenatore. La stagione calcistica parte con grande ritardo per via dei Giochi Olimpici di Sydney, così il primo impatto dell'Imperatore con il calcio italiano arriva in Coppa UEFA e non è dei migliori. I toscani vengono infatti eliminati a sorpresa al primo turno dagli austriaci Tirol Innsbruck, e Cecchi Gori inizia a puntare il dito contro il suo allenatore.

"Se ci fosse stato Trapattoni (ex tecnico dei viola, ndr) non sarebbe successo".

Terim si sente allora preso di mira e messo in discussione, e parte al contrattacco, inviando a Cecchi Gori una lettera pubblica in cui gli chiede conto dei mancati acquisti estivi, necessari a giudizio del tecnico turco, per rafforzare la squadra. Il presidente replica dagli studi televisivi diella sua tv fiorentina e minaccia l'esonero.

"Io sono venuto per rendere grande questa squadra - ribadice però l'allenatore turco - ma se stanno così le cose potrei anche andarmene". 

Il rapporto fra i due continuerà ad essere molto conflittuale, anche perché ben presto emergono i problemi economici del club toscano. L'avvio di campionato è comunque positivo, con la prima sconfitta che arriva soltanto alla 5ª giornata nella gara interna con il Perugia, vittorioso con un rocambolesco 4-3 al Franchi con una tripletta di Vryzas.

Filippo Galli Nuno Gomes Brescia Fiorentina Serie A 10222000

Terim dimostra il suo valore portando la squadra a vincere partite di prestigio contro l'Inter (2-0 al Franchi alla 10ª giornata con reti di Chiesa e Rui Costa) e il Milan (4-0 sempre in casa, con reti di Nuno Gomes, Cois, Chiesa e Rui Costa), oltre a un esplosivo 3-3 in trasferta con la Juventus a Torino. Ma Cecchi Gori tiene il tecnico sul chi va là, non dimentica lo sgarbo di inizio anno e tiene contatti costanti con Renzo Ulivieri.

"Non mi faccio offendere da uno che non è nemmeno fiorentino. - proclama - Se mi chiede scusa se la caverà con una multa, altrimenti vedremo".

I viola, dopo esser stati a un certo punto anche terzi in classifica, galleggiano a ridosso della zona europea, e nonostante le minacce presidenziali, in tutto il 2000 perdono un'unica altra gara, quella dell'Olimpico contro la Roma, grazie ad una doppietta dell'ex Batistuta, che dopo aver segnato scoppia anche a piangere. 

'L'Imperatore' intanto vola in Coppa Italia, e con un gioco offensivo che esalta i tifosi toscani travolge la Salernitana agli ottavi (8-1 complessivo), il Brescia ai quarti (7-3) e ancora una volta il Milan in semifinale (4-2 con un 2-2 a San Siro e un successo per 2-0 al Franchi). Le voci sul 'buco' di bilancio (in estate il deficit sarà valutato di 200 miliardi di Lire) si fanno insistenti, e Terim, in conferenza stampa, il 19 gennaio, pochi giorni dopo il poker del Meazza, annuncia che non prolungherà il suo contratto annuale a fine stagione.

“Non ho fiducia nel futuro - spiega, motivando la sua scelta - Non ho dormito tutta la notte, scusate".

Fra i motivi sembra ci sia anche un forte interesse del Milan. L'a.d. Adriano Galliani però smentisce.

"Terim? Mai trattato".

La situazione della Fiorentina peggiora a fine gennaio 2001, dopo un rovescio casalingo per 1-4 contro la Lazio, che lascia il segno, e precipita all'indomani della 20ª giornata, con il deludente pareggio interno con il Brescia che sfocia in una violenta lite fra il tecnico e Vittorio Cecchi Gori. La distanza diventa insanabile e Terim, che aveva già annunciato che non sarebbe rimasto con i toscani nella prossima stagione, rassegna le dimissioni, venendo sostituito con Roberto Mancini. Se non che quest'ultimo, reduce dalla breve esperienza inglese con il Leicester City, non ha il patentino per poter allenare.

La panchina della Fiorentina è così affidata per un breve periodo a Luciano Chiarugi, finché l'insediamento come Commissario straordinario della FIGC di Gianni Petrucci, non porta a dare il via libera al tesseramento come tecnico dell'ex numero 10 jesino. A livello societario la situazione economica 'drammatica' porta alle dimissioni in sequenza dei dirigenti Luciano Luna, Giancarlo Antognoni e Mario Sconcerti. 

"Forse la conferenza del 19 gennaio è stata l'inizio della fine, - dichiara 'L'Imperatore' alla tv turca qualche giorno dopo l'addio - ma quello che è successo sabato è stato più decisivo. So che la società ha fornito una versione diversa dell' accaduto, ma lì eravamo in 20, non ero solo. Non c' è bisogno di scendere nei dettagli, sappiate che sono accadute cose che vanno contro i nostri principi. Cecchi Gori è sceso nello spogliatoio, ha offeso un mio assistente, poi me. Non c'è stato contatto fisico, ma la verità è che lui è sceso per sfidarmi. Io ho sempre rispettato i miei presidenti, ma il rispetto tocca solo a chi lo merita. Io rispetto chi mi rispetta. In una delle mie prime interviste mi domandarono cosa avrei fatto se Cecchi Gori si fosse intromesso nel mio lavoro. Risposi che neppure Dio poteva farlo. La penso sempre così".

Se in campionato la squadra chiude al 9° posto, i viola conquistano però la Coppa Italia, battendo con un complessivo 2-1 il Parma nella doppia finale. Mentre i viola terminano la stagione sotto una nuova gestione tecnica, per Terim si concretizza invece l'offerta del Milan, il cui interesse si dimostra, contrariamente alle smentite iniziali di facciata, assai concreto.

Andrrea Pirlo - AC Milán 2001

Il nuovo tecnico rossonero è presentato con la squadra il 16 luglio 2001 davanti alla Stazione Centrale di Milano, ed è subito un bagno di folla per il plurivincente tecnico turco. Le aspettative sono alte e del resto in campagna acquisti il presidente Silvio Berlusconi non bada a spese, con l'obiettivo di riportare i rossoneri a competere per il titolo dopo una stagione travagliata.

A Milanello arrivano Rui Costa dalla Fiorentina (85 miliardi), Pippo Inzaghi dalla Juventus (60 miliardi più il cartellino di Cristian Zenoni, valutato 20), Pirlo dall'Inter (35), il terzino Contra e l'attaccante Javi Moreno dall'Alavés (24 e 16), Donati dall'Atalanta (20), Laursen dal Verona (20), Brocchi e Guglielminpietro dall'Inter (10 per entrambi), su espressa richiesta di Terim Umit Davala dal Galatasaray (8), il bielorusso Kutuzov dal Bate Borisov (6) e il rientrante Marco Simone (5) dal Monaco. Complessivamente una spesa di 245 miliardi.

"Sarà dura battere il mio Milan. - proclama Terim - I miei giocatori sono forti e io ho molta fiducia. È il miglior organico che io abbia avuto, è creato per piacere a tutti. Sono sicuro che fra due mesi rinnovo il contratto di due anni".

Anche capitan Maldini è convinto che il turco possa far bene: "Come tipo di lavoro e mentalità mi ricorda Arrigo Sacchi".

Le cose andranno molto diversamente da come tutti immaginavano, con i rossoneri che faticano a trovare i giusti equilibri fra i reparti, risultando sì devastanti a tratti in attacco ma spesso poco solidi in mediana e in difesa. Davanti Rui Costa è il trequartista dietro Shevchenko e Inzaghi, dietro si alternano diversi giocatori come terzini, senza trovare un assetto definito e stabile. A peggiorare le cose ci si mette la frattura al braccio dell'acquisto più oneroso. Dopo un pareggio e 3 vittorie consecutive, i problemi iniziano a manifestarsi alla 5ª giornata con il k.o. del Curi contro il Perugia (3-1) e il successivo pari interno con il Venezia (1-1).

Piovono le prime critiche. Non piacciono, scrive 'Il Corriere della Sera', "l'improvvisazione nei programmi di lavoro, le carenze nella preparazione, l'indulgenza nella concessione dei giorni di riposo", oltre, sembra, anche le sue idee sull'alimentazione dei giocatori e alcuni suoi atteggiamenti sopra le righe come la passione per i sigari e per 'Il Grande Fratello' e le conferenze stampa tenute in pantaloncini corti.

Ma la grande prestazione e la vittoria in rimonta nel Derby contro l'Inter (4-2 finale dopo l'1-0 iniziale dei nerazzurri) fanno entusiasmare tifosi e ricredere i critici. All'indomani Terim si guadagna i titoli di tutti i giornali per il risultato e il brillante gioco espresso. È il suo canto del Cigno. Come il suo idolo Napoleone, 'L'Imperatore' avrà la sua Waterloo appena due giornate più tardi, con la sconfitta esterna con il Torino (rete di Cristiano Lucarelli e rigore fallito da Inzaghi al 90') che, dopo il pareggio senza goal con il Bologna segnerà la fine della sua avventura rossonera e italiana.

Terim è esonerato dopo appena 70 giorni sulla panchina del Milan. Sarà il terzo esonero più veloce della storia dopo quelli di Brocchi e Giampaolo. Al suo posto arriva Carlo Ancelotti, che dopo aver rescisso il contratto con la Juventus, in rossonero aprirà una era di vittorie. Mentre Terim, fallita la campagna d'Italia, tornerà vincente in patria, dove - superato con coraggio anche il Covid-19 - ha guidato il suo Galatasaray fino a gennaio 2022, quando ha deciso di risolvere il contratto di comune accordo con la dirigenza turca.

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