Dal sogno Milan alla Serie C: Antonio Donnarumma, fratello e mentore di 'Gigio'

Antonio Donnarumma Milan
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Proprio come Gianluigi, anche Antonio Donnarumma ha fatto parte per diversi anni del Milan: oggi gioca in Serie C col Padova.

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In Italia esiste una città che potremmo benissimo paragonare all’Uruguay: no, lì non si parla lo spagnolo (o almeno non in questo periodo storico), ma Castellammare di Stabia può essere per certi versi accostata al piccolo stato sudamericano, da sempre fucina di grandi talenti nei vari settori dello sport, soprattutto del calcio.

Anche in questo pezzo di hinterland napoletano si respira calcio a tutti i livelli e, il fatto di aver dato i natali a dei calciatori noti alle masse, non fa che confermarlo: qui sono venuti al mondo Antonio Mirante e Fabio Quagliarella, entrambi nel 1983 e sette anni prima di Antonio Donnarumma, il meno ‘noto’ dei fratelli che nell’estate del 2017 tennero i tifosi del Milan col fiato sospeso.

Proprio come Gianluigi, anche Antonio ha avuto modo di vestire la maglia rossonera, naturalmente in molte meno occasioni e con meno onori rispetto al fratello, nove anni più piccolo e nato, manco a dirlo, a Castellammare di Stabia: lì dove il calcio scorre nelle vene dei suoi abitanti, ragione di vita e carro trainante delle speranze di un popolo caloroso e attaccato in maniera viscerale alla propria terra.

  1. LA CONVOCAZIONE AL ‘BERNABEU’ E I PRESTITI

    Per ovvi motivi anagrafici, Antonio è il primo esponente dei Donnarumma ad avviare l’epopea rossonera di una famiglia che vede nella locale Juve Stabia il trampolino di lancio verso mete più prestigiose: il talento non manca di certo, il ragazzo ci sa fare tra i pali e quell’imponente struttura fisica è un grande punto a favore nel curriculum da presentare agli addetti del calcio moderno.

    Le valigie sono pronte da tempo e a mancare, piuttosto, è la destinazione: Antonio sa benissimo che il suo futuro sarà altrove, lì dove le opportunità di sfondare sono nettamente maggiori rispetto al contesto stabiese, competitivo sì ma privo delle grandi luci dei riflettori. Ha soltanto 15 anni quando arriva la chiamata del Milan, mentre il fratellino ‘Gigio’ si diletta tra i pali della scuola calcio Club Napoli.

    Il più grande dei Donnarumma si presenta con le stigmate del predestinato (anche lui), del portiere che in futuro difenderà la porta del ‘Diavolo’: ad avvalorare questa tesi sono il campionato Allievi vinto nel 2007 con Alberico Evani in panchina e la Coppa Italia Primavera conquistata tre anni più tardi, la stessa stagione in cui Leonardo decide di convocarlo al posto dell’infortunato Marco Storari per la suggestiva trasferta di Champions League del ‘Bernabeu’ contro il Real Madrid assieme al titolare Dida e a Flavio Roma.

    Di debuttare però non se ne parla, tanto che il prestito appare la soluzione più naturale per il prosieguo della carriera: il primo è al Piacenza, dove è la riserva di Mario Cassano, e si conclude con l’amara retrocessione in Lega Pro degli emiliani dopo il playout con l’Albinoleffe.

    La prima vera chance da titolare a Donnarumma la offre il Gubbio, ma l’impianto della squadra umbra si rivela fin dalle prime battute non adatto al raggiungimento della salvezza: stavolta l’Albinoleffe arriva dietro per soli due punti, ma la posizione finale dei rossoblù è la 21esima e questo significa retrocessione, la seconda consecutiva per il classe 1990 che gioca praticamente sempre subendo però più di 60 reti.

  2. L’ADDIO AL MILAN E LA PARENTESI GRECA

    Il sogno di vestire la maglia del Milan sembra sfumare nel finale della sessione estiva del calciomercato 2013: Adriano Galliani ed Enrico Preziosi perfezionano uno scambio che coinvolge proprio Donnarumma, ceduto a titolo definitivo al Genoa in cambio di Johad Ferretti, difensore francese di cui non si sentirà mai parlare.

    La lanterna di Genova ha il compito di illuminare il cammino di Donnarumma che, al contrario, nel capoluogo ligure torna a fare conoscenza con le ombre della panchina: Sebastien Frey e Alexandros Tzorvas gli sbarrano la strada della titolarità, assaporata in una sola circostanza nel finale della stagione 2012/2013 con il tanto atteso esordio in massima serie.

    Il 19 maggio, Donnarumma è il migliore in campo grazie alle parate che consentono al Genoa di uscire con uno 0-0 dal ‘Dall’Ara’ di Bologna: fermato un certo Alessandro Diamanti, per meriti propri e con l’aiuto della traversa che non guasta mai.

    Una prestazione da 7 in pagella, rimasta impressa negli occhi dei dirigenti del Bari che ottengono il prestito del giocatore per la stagione 2014/2015: Donnarumma disputa poco più della metà delle partite subendo 35 goal, contributo che però non basta per accedere alla zona playoff di Serie B, obiettivo mancato per una manciata di punti.

    Il ritorno al Genoa è, ancora una volta, infelice: nessuna presenza e contratto risolto per dare un taglio netto e provare una nuova avventura all’estero, all’Asteras Tripolis. In Grecia Donnarumma è ‘vittima’ della scarsa qualità di una rosa che si salva per il rotto della cuffia, lontana anni luce dal competere con le big del calibro di Olympiacos e PAOK.

  3. IL RITORNO AL MILAN E LO STATUS DI ‘AMULETO’
    AC Milan

    IL RITORNO AL MILAN E LO STATUS DI ‘AMULETO’

    L’estate 2017 è quella che i tifosi del Milan ancora oggi ricordano per il tormentato rinnovo di Gianluigi Donnarumma, diventato addirittura ‘Dollarumma’ in una celebre protesta con il lancio di soldi finti dagli spalti durante Danimarca-Italia degli Europei Under 21: alla fine ‘Gigio’ sigla il prolungamento da 6 milioni netti all’anno, strappando a Fassone e Mirabelli un ‘sì’ dal valore molto elevato per lui.

    Nell’accordo tra le parti rientra anche il cartellino di Antonio, a cui viene assicurato il non disprezzabile stipendio da un milione. I due fratelli sono protagonisti della conferenza stampa del 12 luglio, un modo per fare luce su una trattativa sul punto di saltare e rientrata grazie alla forte volontà del più giovane dei Donnarumma di continuare a giocare per il Milan.

    Il titolare naturalmente resta lui, Antonio dovrà accontentarsi di sporadiche occasioni per coronare il sogno di difendere i pali rossoneri dopo non esserci riuscito agli inizi della carriera. Le cose migliori di solito accadono all’improvviso e su questo il più grande dei Donnarumma sarà sicuramente d’accordo: nel riscaldamento del derby valido per i quarti di Coppa Italia, il dodicesimo Storari (di nuovo lui) si infortuna ed è costretto a dare forfait, divenendo così l’attore principale inconsapevole di un sogno altrui realizzato.

    Non solo il Milan vince quel derby grazie a una rete di Cutrone nei supplementari, ma Donnarumma trova anche il tempo di lasciare l’impronta dei suoi guantoni sull’incontro: l’interista Joao Mario ha la chance di segnare il goal vittoria ma, al momento del tiro a botta sicura, è troppo morbido e calcia senza angolare, permettendo ad Antonio di intervenire con riflesso non complicato e spettacolare allo stesso tempo.

    Una serata da sogno, a cui si aggiunge anche l’esordio in una competizione europea contro il Ludogorets in Europa League: il Milan vince 1-0 nel ritorno dei sedicesimi e Donnarumma colleziona un altro clean sheet, epilogo maturato anche due stagioni dopo con la terza ed ultima presenza in rossonero, in Coppa Italia nel 3-0 rifilato alla SPAL.

    Tre presenze e nessuna rete subita per Donnarumma che, nel suo piccolo, è all’interno della storia del Milan come primo portiere a non prendere goal in almeno 300 minuti disputati. Una sorta di ‘amuleto’ vivente insomma, ma ciò non basta per prolungare il rapporto col Milan.

    A quattro anni di distanza da quell’incandescente estate 2017, l’altro Donnarumma, Gianluigi, opta per l’addio al club del suo cuore: ad attenderlo c’è il PSG di Mbappé e Neymar, ai quali si aggiungerà presto anche un altro pezzo da novanta del calibro di Messi. Una scelta che condiziona direttamente anche la carriera di Antonio, tornato grazie all’opera da ‘intermediario’ del fratello che ora ne sancisce la fine del secondo capitolo milanista, preferendo il trasferimento in Francia al rinnovo.

  4. LA RIPARTENZA DAL PADOVA E LA DELUSIONE PLAYOFF

    Per Antonio stavolta è impossibile seguire Gianluigi al PSG e per lui si profila una ripartenza dalla Serie C: ad attenderlo ci sono il Padova e le sue ambizioni, nemmeno tanto nascoste, di ritorno in Serie B, rafforzate dall’ingaggio di Massimo Oddo per la panchina in sostituzione dell’esonerato Massimo Pavanel.

    Nonostante qualche sfortunato passo a vuoto (l’autogoal che vale il ko contro la Feralpisalò ad esempio), Donnarumma è uno dei migliori del Padova, rigenerato dalla guida tecnica di Oddo: il duello in regular season con il Südtirol viene vinto dai trentini che si assicurano la prima storica promozione in B, lasciando ai veneti l’impegno sempre problematico dei playoff.

    Il Padova elimina con qualche patema di troppo la Juventus Under 23 e il Catanzaro, e arriva a giocarsi la finalissima contro il Palermo di Silvio Baldini: l’andata all’Euganeo è quasi un monologo dei biancoscudati che però si arrendono alla rete di Floriano, emulato da Brunori nel match di ritorno in Sicilia grazie al rigore trasformato che vale la vittoria e fa partire la festa rosanero. Per Antonio una delusione atroce.

    Non è andata meglio nella scorsa stagione, quando la formazione veneta non ha raggiunto neppure la fase nazionale dei playoff. Poco male perché Donnarumma ci riproverà l'anno prossimo, sempre tra i pali del Padova.