Ribery, i 7 momenti della carriera: dal terzo posto al Pallone d'Oro alla salvezza con la Salernitana

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Dall'omaggio dell'Arechi al "dopo" carriera da calciatore: dai Mondiali alla Champions vinta, il film della sua carriera.

A ottobre, nel 2022, a 39 anni Franck Ribéry ha detto ufficialmente addio al calcio giocato. Uno dei migliori calciatori francesi degli ultimi quindici anni, assist-man top e vincitore di alcuni dei più grandi trofei, individuali e di squadra, ha appeso gli scarpini al chiodo ed ha ricevuto il caloroso abbraccio dell'Arechi prima di Salernitana-Spezia, con giro di campo ed annesse lacrime.

Una vita da film quella di Ribery, tra episodi tristi e momenti grotteschi, ma soprattutto di grande calcio vissuto in patria, in Germania, in Turchia e infine in Italia, dove ha deciso di dire basta per continuare a collaborare con la Salernitana.

Si potrebbero scegliere mille momenti nella vita calcistica di Ribery, dai primi calci agli ultimi. Ma 7, forse, è il numero giusto, come quello indossato da Marsiglia a Salerno.

  1. CAOS TURCO
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    CAOS TURCO

    Ribery è cresciuto nelle serie minori francesi tra Boulogne, Ales e Brest, prima di esordire in Ligue 1 con il Metz ed essere dunque notato dal Galatasaray.

    Pochi mesi in Turchia, da gennaio a giugno 2005, con sei assist e una rete. Si sente in ascesa, pronto a crescere a Istanbul. All'improvviso, però, problemi economici e di pagamenti portano Ribery lontano dalla megalopoli: firma per il Marsiglia.

    Ribery e Galatasaray in guerra. In tribunale si consuma l'addio per delle mensilità non pagate: per due anni, mentre il giocatore sarà già diventato idolo a Marsiglia. Il trampolino di lancio verso una carriera grandiosa.

  2. IL SECONDO POSTO AI MONDIALI
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    IL SECONDO POSTO AI MONDIALI

    L'esperienza di Ribery con la maglia della Francia è emozione istantanea, rapida. La sua prima presenza con la Nazionale è infatti datata maggio 2006, ad un mese dai Mondiali in terra tedesca.

    Domenech punta su di lui un po' a sorpresa, ma la classe mostrata con la maglia del Marsiglia è troppa per poterlo lasciare a casa. Tanto che non solo viene convocato, ma parte subito titolare con la Svizzera e con il Togo, subentrando contro la Corea del Sud.

    Contro la Spagna, negli ottavi, segnerà il suo primo goal con la Nazionale, aiutando la Francia a raggiungere i quarti (3-1). Dopo quell'unica gara da subentrato contro la Corea, non lascerà più il posto da titolare, fino alla finale.

    La sua prima grande esperienza con la Francia sarebbe potuta essere leggendaria, ma la rete di Materazzi, la testata dell'amico Zidane e il rigore di Grosso la renderanno 'solamente' storica: secondo posto a 23 anni.

  3. QUATTRO ASSIST E UN GOAL
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    QUATTRO ASSIST E UN GOAL

    Ribery ha fatto la storia del Bayern Monaco vincendo tutto, giocando gare da dieci e lode spesso. In diverse occasioni è riuscito a segnare e fornire più assist nello stesso incontro, arrivando persino a chiudere i match con una doppietta e due assist.

    Il suo record è però quello del dicembre 2010, in Coppa di Germania, contro lo Stoccarda: negli ottavi del torneo, in un match chiuso 6-3 per il Bayern, Ribery diventa calcio puro.

    Segna un goal, fornisce quattro assist, entrando cinque volte nei goal del Bayern Monaco. La curiosità? Al termine dell'annata la squadra non vincerà nè la Bundesliga, nè la Coppa di Germania.

  4. IL TREBLE CON IL BAYERN
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    IL TREBLE CON IL BAYERN

    Ribery fa rima con Bayern Monaco. Molti ricordano le sue esperienze con il Metz, il Marsiglia o il Galatasaray, ma nessuna squadra rappresenta Franck come quella bavarese.

    425 presenze, 124 reti e 182 assist che lo hanno reso uno dei migliori giocatori nella storia del Bayern. Uno dei più vincenti. La stagione migliore è senza dubbio il 2012/2013: tripletta di trofei sotto mister Heynckes, con Champions League, Coppa di Germania e Bundesliga in tasca.

    Nel 2012/2013 Ribery sarà trascinatore sulla fascia sinistra da agosto a maggio, siglando undici reti e fornendo 23 assist. Un ruolo da protagonista assoluto per entrare nella storia.

  5. TERZO AL PALLONE D'ORO
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    TERZO AL PALLONE D'ORO

    L'aver vinto tutto con il Bayern lo porta ad essere uno dei favoriti per il Pallone d'Oro. La legge del decennio, però, è che nessuno può superare Messi e Cristiano Ronaldo, anche davanti a dei trionfi di squadra decisamente più importanti.

    Ribery non è l'eccezione, terzo dietro a Ronaldo e Messi nel Pallone d'oro 2013. Una delusione per il francese, che non si avvicinerà più così tanto al trofeo. 1127 punti rispetto ai 1205 dell'argentino e ai 1365 del portoghese.

    "E' stato più che una delusione, è stata la più grande ingiustizia della mia carriera" dirà in seguito all'Equipe. "E non solo per me ma per molte altre persone. Sono stato il migliore quell'anno e sono finito al terzo posto, non avevo nulla da invidiare a Messi e Cristiano Ronaldo quell'anno, lo dico con tutta l'umiltà possibile perché è la verità''.

  6. ADDIO ALLA FRANCIA
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    ADDIO ALLA FRANCIA

    Nel 2014 Ribery gioca la sua ultima gara con la maglia della Francia: 2-0 in amichevole contro l'Olanda. Siamo a marzo. Due mesi dopo il ct Deschamps lo inserisce nella lista dei convocati per i Mondiali 2014.

    Ribery, però, non giocherà il torneo in Brasile per un problema alla schiena. Un dolore fisico e mentale che lo porterà a salutare la Nazionale ad agosto per ragioni, dirà, puramente personali.

    La sua carriera con la Nazionale francese si chiude con 81 presenze, 16 reti, due Mondiali e due Europei disputati.

  7. LA SALVEZZA CON LA SALERNITANA
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    LA SALVEZZA CON LA SALERNITANA

    Lasciata la Fiorentina nel 2021 dopo un biennio di alti e bassi, Ribery sembra poter tornare a Marsiglia. All'improvviso, però, si comincia a parlare di una clamorosa possibilità di calciomercato. Sembra essere uno scherzo e invece la clamorosa trattativa diventa realtà.

    Ribery deve fare i conti con un ginocchio che non gli dà tregua, riuscendo a dare solo in parte il suo contributo alla causa della squadra neo-promossa.

    Eppure sarà fondamentale come supporto, come uomo spogliatoio, in una salvezza raggiunta all'ultimo, in cui nessuno avrebbe puntato un euro solamente pochi mesi prima.