Adesso l'Inter non può nascondersi: l'organico è da Scudetto

Marcus Thuram Inter HD
GOAL
La goleada rifilata al Milan e la profondità della rosa non concedono alibi: l'Inter deve puntare allo Scudetto.

Dopo 4 vittorie ottenute in altrettante gare di campionato e un derby dominato in lungo e in largo e vinto con 4 goal di scarto, nascondersi è impossibile.

L'Inter, che l'anno scorso ha chiuso il campionato distante 18 punti dal Napoli campione e che in estate ha visto partire diversi titolari, non è partita con i galloni di "favorita", ma la cinquina rifilata ai cugini rossoneri non può che puntare i fari sull'undici di Simone Inzaghi. Che poi, a conti fatti, è tutt'altro che un "undici". Perché quando in panchina puoi contare su Pavard, De Vrij, Carlos Augusto, Frattesi, Cuadrado, Sensi, Klaassen, Asllani, Arnautovic e Sanchez, parlare di "undici" è impossibile.

Sì, Inzaghi ha già delineato la formazione tipo, ma inevitabilmente a stagione in corso tutti i giocatori sopracitati rappresenteranno quel valore aggiunto che gli altri allenatori possono solo sognare.

  1. GAP ENORME COL MILAN

    Il gap evidenziato nel derby è stato enorme, clamoroso, quasi esagerato. Il Milan è rimasto in partita appena 5 minuti, poi il goal di Mkhitaryan ha incanalato subito la gara sui binari nerazzurri e nemmeno il goal del 2-1 siglato da Leao ha dato l'impressione che qualcosa potesse cambiare.

    Perché l'Inter ha dominato in lungo e in largo, sia sul piano tattico che sul piano atletico. E anche la qualità dei nerazzurri è parsa superiore a quella dei rossoneri. Thuram non è più da considerare "una scommessa", Lautaro anche quando non segna gioca bene e non è affatto ossessionato dal goal, al punto da lasciare a Calhanoglu la possibilità di calciare il rigore valso un altro goal dell'ex.

  2. FRATTESI ON FIRE
    Getty Images

    FRATTESI ON FIRE

    L'ingresso in campo di Frattesi è un'altra nota sulla quale è doveroso soffermarsi: al di là del goal realizzato, il primo in maglia nerazzurra dopo la doppietta in Nazionale trovata appena quattro giorni prima, l'ex giocatore del Sassuolo è parso tarantolato, desideroso di farsi notare, voglioso di fare goal, sospinto da un'energia incredibile.

    E se chi entra dalla panchina, persino quando il risultato dice 4-1 al minuto 93, ha una tale determinazione nel lanciarsi nello spazio, segnare ed esultare in maniera incontenibile, vuol dire che la fame è quella giusta e che il gruppo messo assieme da Simone Inzaghi è pronto per vivere una stagione da urlo.

  3. DIAVOLO RIDIMENSIONATO

    Il Milan, uscito inevitabilmente ridimensionato dalla stracittadina, dovrà forse rivedere al ribasso le proprie ambizioni, fermo restando che l'organico a disposizione di Pioli rimane attrezzato per dire la sua fino alla fine.

  4. INTER DA SCUDETTO
    Getty

    INTER DA SCUDETTO

    Da San Siro, però, il messaggio recapitato al Napoli è chiaro: quest'anno l'Inter difficilmente si fermerà a quota 72, ed anche la Juventus vista fin qui - e senza impegni europei - alzerà l'asticella.  

    E se forse è ancora presto per indicare l'Inter come favorita assoluta per il titolo, è altrettanto certo che i nerazzurri, quest'anno, hanno tutte le carte in regola per riuscire a conquistarlo. E lo sa anche Simone Inzaghi: se l'anno scorso un Napoli dominante ha "giustificato" tutte le rivali, quest'anno i nerazzurri devono, per lo meno, lottare fino all'ultimo per il Tricolore.