La convocazione per la sfida di Champions League contro il PSG è solo l'ultimo atto di un cammino che parte dall'Argentina e finisce, per il momento, in Italia, ma passando dalla Svizzera. Enzo Barrenechea è stato anche questo, in fin dei conti.
Un viaggiatore nonostante la giovanissima età: lui, che è un classe 2001, nato a Villa Maria, nella provincia di Cordoba, e cresciuto con i colori del Newell's Old Boys, a Rosario. Dove il calcio, spesso, incontra il destino.
Ma andiamo con ordine: perché si sa, coi talenti si rischia di perdersi, anche narrandone le vicende e i passi che hanno caratterizzato la carriera. La sua, ancora, è in fase di costruzione.
Da Rosario Enzo si sposta a 18 anni, quando sceglie, in maniera del tutto inaspettata, di trasferirsi al Sion, in Svizzera: è una mossa a sorpresa, effettivamente.
Gli svizzeri per averlo sborsa 3 milioni di euro: poco più, ma tanto da diventare uno degli acquisti più onerosi di sempre nella storia del Sion. Ci sarà un motivo: c'è, però, che non trova spazio.
Fatica ad ambientarsi e finisce con la formazione giovanile: voleva sfondare in prima squadra, ma a gennaio del 2020 la situazione non è delle migliori. E' qui che si fa avanti la Juventus, offrendogli un'opportunità.
Ovviamente in bianconero lega con un giocatore su tutti: quel Matias Soulé che ritrova alla corte di Massimiliano Allegri. Non può essere un caso.
I due crescono velocemente in Primavera, affermandosi poi nella stagione 2020/21, fino all'infortunio: sì, un bruttissimo stop causato dalla lesione al legamento crociato.
Enzo resta fermo 9 mesi: lunghi, lunghissimi, in cui riorganizza e riordina le idee e sceglie di rimanere in bianonero, ma nella formazione Under 23, dove ha giocato anche in questa stagione.
Allegri lo aveva già chiamato per la sfida contro il Monza all'U-Power Stadium: adesso è arrivata anche la convocazione per una gara di Champions League con tanto di esordio grazie all'ingresso in campo all'88' al posto di Cuadrado. Un sogno.
Emiliano Aquino lo ha visto crescere, dalla panchina, a Rosario: è stato paragonato a Redondo per il fisico e la tecnica individuale. Il suo ex allenatore, però, ha sempre avuto le idee chiare.
"Per me è un misto tra Nzonzi e Pogba".
Forse un po' esagerato, è vero: forse l'affetto di Aquino lo ha portato ad allargare il raggio d'azione. Al Newell's, però, lo ha visto crescere: è un centrocampista, può giocare sia come mediano di rottura che come playmaker.
Non sappiamo se arriverà ai livelli dei due francesi campioni del Mondo nel 2018: è certo, comunque, che contro una francese, il PSG, passa parte del suo destino.
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